La bellezza è frequente: guardate questo pino, che ho fotografato stamane nel giardino della Filarmonica Romana, in via Flaminia 118. E Roma ha più pini che abitanti. Nel primo commento riporto un detto di Borges sulla frequenza della bellezza e della felicità. Restate connessi.
La bellezza è frequente: guardate questo pino triumphans
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Jorge Luis Borges: “In anni e anni ho osservato che la bellezza, come la felicità, è frequente. Non passa un giorno senza che noi si stia, per un momento, in paradiso”.
Questo bel pino, gracile e solitario, ma schietto, mi fa pensare all’Italia nel mezzo delle difficoltà, così come l’ha tratteggiata il presidente Giuseppe Conte nel suo messaggio di questa sera agli italiani:
https://www.repubblica.it/politica/2020/03/04/news/coronavirus_il_messagio_di_conte_al_paese-250268512/
http://gpcentofanti.altervista.org/concretezza-della-fantasia/
Roma ha pini ubicati ovunque, ad ogni angolo, noi capitolini ne andiamo fieri anche, meglio sarebbe se fossero curati a dovere -solo nel mio cortile se ne contano 8, per dire – eppoi, sono unici per altezza ed ampiezza della corona. Unici e inimitabili e lo sono talmente che, quando Plinio il giovane appuntò con dovizia le fasi dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.c in una lettera a Tacito scriveva: ” Si elevava una nube, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna -(era il Vesuvio ovviamente)- nessun’altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la figura e la forma. Infatti slanciatasi in su come se si sorreggesse su di un altissimo tronco, si allargava poi in quelli che si potrebbero chiamare dei rami”.
Le popolazioni colonizzate che non conoscevano la fauna capitolina, né ebbero modo di vedere i grandi pini della Urbe, al momento non compresero appieno il senso di quella descrizione , di quella “Pliniana eruzione”. Oggi di uso comune tra i vulcanologi e i geologi di tutto il mondo.
Eh, i nostri pini urbani, giganti, che storia eh?
Bella la pagina postata da don Giampaolo , veramente straordinaria! Passare nel blog di Luigi fosse anche per quella, sarebbe già una gran cosa.
P.S
Venia, il rif era alla flora capitolina, non la fauna…
Ciao Clo. E’ tanto che non ci vediamo!
Ciao Antonella. E’ vero, carissima, non ci vediamo da tempo. Ma ti porto nel cuore, ricordandoti sempre con grande affetto.