Al Divino Amore dai beati Beltrame Quattrocchi


Eccomi al Divino Amore, alla tomba dei coniugi “beati insieme” Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Scatta la foto don Giampaolo Centofanti che dal 3 febbraio commenta qui nel blog il Vangelo del giorno. Lo potete vedere in mia compagnia in una foto che riporto nel primo commento.

11 Comments

  1. Luigi Accattoli


    Il Divino Amore è un santuario mariano amato dai romani: si trova a venti chilometri dal centro di Roma, lungo l’Ardeatina. Don Giampaolo Centofanti è uno dei cappellani del santuario, presso il quale raduna ogni sabato un gruppo di lettori della Bibbia. Questa attività ci accomuna e ci ha fatti amici. Di nuovo lo ringrazio dell’impegno che si è preso di postare ogni giorno – qui nel blog – un breve commento al Vangelo del giorno dopo. Invito i visitatori a leggere i suoi commenti e a interagire con lui.

    21 Febbraio, 2020 - 21:32
  2. Luigi Accattoli

    Devozione e scampagnata. I Romani al Divino Amore ci vanno – anche a piedi e ancora oggi – sia per devozione sia per scampagnata: la zona di Castel di Leva, dove si trova il santuario, è della più splendida campagna romana. “La devozzione der Divin’Amore” è un ironico sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli che racconta come una di quelle scampagnate domenicali ebbe a procurargli un terribile raffreddore, cioè un bel malanno invece che buona salute. Lo riporto al commento seguente, segnalando ai versi 9 e 10 l’espressione “dda cristiano / Ce direbbe aresie”: volendo dire che quella disavventura lo porterebbe a smadonnare, se non si facesse forza sapendo che non sta bene che un cristiano bestemmi: sarebbe un’aresia, una roba da eretici.

    21 Febbraio, 2020 - 22:39
  3. Luigi Accattoli

    LA DEVOZZIONE DER DIVIN’AMORE
    di Giuseppe Gioacchino Belli

    Dimenica de llà Rinzo, Panzella,
    Io, Roscio e le tre fijje der tintore
    Vòrzimo annà a fà un sciàlo in carrettella
    A la Madonna der Divin’Amore.

    Che t’ho da dì, Sgrignàppola? co’ cquella
    Solina llà che t’arrostiva er core,
    Èccheme aritornà la raganella,
    Ecco arincappellasse er rifreddore.

    Credime, còcca mia, ma dda cristiano
    Ce direbbe aresie: ch’è ’na miseria
    D’avé a stà sempre co’ ppilucce in mano.

    Mo er zemplicista me dà ’na materia
    Appiccicosa: e un medico brugnano
    Lo ssciroppo de radica d’arteria.

    Morrovalle 22 settembre 1831.

    21 Febbraio, 2020 - 22:40
  4. Centofanti Giampaolo

    Contentissimo di questa amicizia. Sì il santuario è molto amato
    lo sapevo anche prima di venirci come cappellano ma non avrei mai pensato che ci venisse così tanta gente.
    “Viva viva, sempre viva / la Madonna del Divino Amore / fa le grazie a tutte l’ore / noi l’andiamo a visitar!” è un antico canto ancora oggi pregato dai pellegrini. I santuari sono luoghi di grazia. E questa dolce collina in mezzo al verde lo fa percepire naturalmente e già all’arrivo ci parla di questo incontro tra cielo e terra, tra il Divino Amore, ossia lo Spirito Santo e Maria da cui nasce Gesù. E poi ce lo conferma nell’intensa fede, gratitudine, dei tantissimi ex voto, nella spiritualità semplice e bella dei fedeli che qui si sentono chiamati da Maria per un momento di conforto, di luce, di speranza, che poi li accompagna nel quotidiano.

    21 Febbraio, 2020 - 23:29
  5. Centofanti Giampaolo

    Grazie tantissime di tutto caro Luigi.

    21 Febbraio, 2020 - 23:33
  6. Luigi Accattoli

    Da Alessandra Pompili ricevo questo messaggio:

    Bella la foto al Divino Amore! Sono passata anche io meno di un mese fa in occasione della mia ultima scappata romana. Quando possiamo andiamo a trovare la madonnina. La cappella ipogea con la tomba di Don Terenzi è splendida! Cari saluti, Alessandra

    22 Febbraio, 2020 - 11:30
  7. Centofanti Giampaolo

    Vangelo domenica 23 febbraio 2020
    Mt 5, 38-48

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
    Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

    Scherzando dicevo ad un bravo sacerdote che era prefetto, possiamo definirlo coordinatore degli incontri dei sacerdoti di un gruppo di parrocchie circonvicine: “Siate prefetti com’è prefetto il Padre vostro”. Ecco, Gesù non ci rinchiude in un del resto impossibile perfezionismo ma ci apre al lasciar portare a termine l’opera di Dio in noi: perficio in latino, nel greco del testo “teleioo”. “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1, 12). Portare a termine, andare al fondo: Cristo parla un linguaggio spirituale. Non si tratta di chiedere per favore a chi ci ha assestato un ceffone di replicare sull’altra guancia. È che in un cammino nella grazia, scoprendoci compresi, perdonati incondizionatamente, possiamo venire condotti in tale amore verso gli altri. In questo Spirito possiamo discernere sempre più maturamente come comportarci di fronte alle eventuali prepotenze o davanti ai bisogni altrui. Si può temere di passare per ingenui sopportando le angarie altrui. Ma senza riferimenti interiori si può finire così in reazioni che abboccano a certe provocazioni e ci rivelano in realtà fragili, insicuri. L’amore ci mette sulla via di una fondamentale tranquillità: impariamo sempre più quando lasciar correre, quando dire una parola ferma. Solo l’amore per il fratello ci pone sulla strada di questo sempre più sereno equilibrio. Appunto siamo figli di Dio.

    22 Febbraio, 2020 - 12:06
  8. roberto 55

    Leggo sempre e con molta soddisfazione i commenti al Vangelo del giorno qui “postati” da Don Giampaolo Centofanti: dal mio “ultimo banco” non credo d’aver conoscenze e competenze sufficienti a poter interloquire in argomento con Don Giampaolo, ma, magari, mi farò forza e coraggio e, prima o poi, ci proverò.
    Circa il Santuario del Divino Amore (che non ho ancora avuto occasione di visitare), mi viene in mente che fu una delle “location” del memorabile “Le notti di Cabiria” di Federico Fellini.

    Buona domenica a tutti !

    Roberto Caligaris

    22 Febbraio, 2020 - 21:16
  9. Centofanti Giampaolo

    Io credo che un motivo per cui Gesù non ci ha lasciato suoi scritti risiede nel suo desiderio di amare le persone specifiche, concrete, dal vivo. Non in astratto, non secondo regole meccaniche, ma secondo le mille sfumature di un amore a misura di ogni determinata persona. Per questo esistono le omelie, i gruppi del vangelo: per dialogare con Gesù, con la Parola, dal vivo. Il vangelo, le Scritture, sono testi che sempre necessitano di una traduzione specifica, dal vivo. E così comprendiamo perché il vangelo stesso è più vivo, bello e a noi vicino con la partecipazione dei discepoli, di tante persone. Dunque non bisogna fare chissà che cosa ma è bello essere sé stessi con semplicità. La vita dei discepoli, per esempio, ci aiuta proprio così com’è. Quando qualcuno viene ad un gruppo del vangelo e mi domanda se deve parlare per forza rispondo che la sua presenza se lo chiama Dio sarà un dono comunque. Se tace aiuterà lo spirito di preghiera e anche aiuterà ciascuno a non sentirsi obbligato a parlare, se parla stimolerà la riflessione di tutti proprio per le sue domande, affermazioni, semplici, autentiche, che scaturiscono dall’incontro tra la Parola e la sua stessa vita. Un caro saluto a Roberto, a Beppe, ad Alessandra, a Luigi e a ogni lettore di questo così frequentato blog.

    22 Febbraio, 2020 - 22:28
  10. Clodine-Claudia Leo

    Da capitolina che si rispetti siamo devoti alla Madonna del Divino amore da generazioni, soprattutto dal ramo materno. Entrambi i figli miei si sono sposati in quel bel santuario e lo frequentano puntualmente, soprattutto in quei momenti difficili per impetrare Grazia e benedizione alla Madre celeste sulle loro famiglie. Li ho educati alla fede perché l’assenza di fede – senza neppur quel refolo che potrebbe dilatare e portare luce- è il male più grande che un essere umano(spirituale) potrebbe sperimentare in questa vita.
    Felice di conoscerla Padre Giampaolo! Grazie.
    Clodine

    28 Febbraio, 2020 - 10:54
  11. Centofanti Giampaolo

    Grazie. Ricambio. Un caro saluto.

    28 Febbraio, 2020 - 15:15

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