Ho passato la mattinata facendo il presepio in casa e il pomeriggio facendo la sardina a San Giovanni. Sardina – io – a lunga conservazione ma sempre sardina. Ho girato tra la tanta gente. Nei commenti riporto qualche cartello e butto là un’idea sul futuro sardinico che vorrei restasse sardonico.
Mattino presepiando e pomeriggio sardinando
3 Comments
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Nel mastello delle sardine. Un cartello diceva “Sleghiamoci” e un altro “A Roma ce piace stare sciolti”. Un terzo serissimo: “Io ho il mondo come patria come i pesci hanno il mare”. “L’odio va preso a pesci in faccia”. “Sardine di tutto il mondo unitevi”. C’era persino un “Medjugorje non si lega” assai improbabile, ma tenuto bene alto da un trentenne con barba e occhiali. Mi somigliava al rosario di Salvini: anche quello improbabile ma tenuto bello alto. Uno combattivissimo: “”Voglio la padania libera, via dall’Europa, solo per il gusto di chiamarvi extracomunitari”.
Futuro sardonico. Dal pomeriggio di galleggiamento tra le sardine saltanti e cantanti è germinata questa minima idea: che le sardine restino come sono. Senza programma. Senza bandiere. Senza palco. Senza liste. Senza manifesti. Un momento di sfogo che ride del sovranismo. Una goliardia diffusa in risposta alla richiesta dei pieni poteri. Uno sberleffo al populismo soffiato e alla sua realtà aumentata. Se il barile delle sardine si monta la testa, prenderà a rotolare e sarà la fine.
GRANDE LUIGI !
Io, più modestamente, ho “sardinato” ieri sera a Venezia, dove, alla faccia della pioggia battente, del freddo gelido e della paura dell'”acqua granda”, eravamo in quattromila; condivido, comunque, il tuo auspicio e spero che questa “sardine” vadano avanti come pare a loro, senza ascoltare i consigli di chi, come me, non ha nulla da insegnare loro: infatti, io non ho alcun consiglio da dare alle “sardine” ma solo buona volontà da offrire !
Buona domenica a tutte ed a tutti !
Roberto Caligaris