E’ la Madonnina della Cattedrale di Urakami, a Nagasaki, distrutta dalla bomba, ritrovata recentemente e ora custodita nella nuova Cattedrale: oggi era sull’altare della celebrazione papale a Nagasaki. Sia a Nagasaki sia ad Hiroshima, Francesco ha rivolto appelli contro l’uso dell’energia nucleare per fini di guerra, che è “un crimine” (ne ha detto immorale già il possesso); e perché si torni al “controllo degli armamenti nucleari”, abbandonando l’attuale deriva dagli impegni sottoscritti in passato. Nei commenti questi e altri temi della predicazione papale in Giappone, dove Francesco è arrivato ieri provenendo dalla Thainlandia e dove resterà fino a martedì.
Francesco sul crimine dell’energia atomica a fini di guerra
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E’ immorale il possesso delle armi atomiche. Al memoriale della pace di Hiroshima 1. Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra. Come possiamo parlare di pace mentre costruiamo nuove e formidabili armi di guerra?
Come ho già detto due anni fa. Nel brano riportato al commento precedente, Francesco ricorda una sua precedente affermazione contro il possesso delle armi atomiche. Era il 10 novembre 2017 e queste erano state le parole, che sarà utile porre a premessa e chiarificazione di quelle di oggi: Pertanto, anche considerando il rischio di una detonazione accidentale di tali armi per un errore di qualsiasi genere, è da condannare con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano.
Mai più il boato delle armi. Al Memoriale della pace di Hiroshima 2. In un’unica supplica, aperta a Dio e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, a nome di tutte le vittime dei bombardamenti, degli esperimenti atomici e di tutti i conflitti, dal cuore eleviamo insieme un grido: Mai più la guerra, ma più il boato delle armi, mai più tanta sofferenza! Venga la pace nei nostri giorni, in questo nostro mondo. O Dio, tu ce l’hai promesso: «Amore e verità s’incontreranno. Giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo» (Sal 84,11-12).
Al Memoriale della pace di Nagasaki. La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale […]. Nel mondo di oggi, dove milioni di bambini e famiglie vivono in condizioni disumane, i soldi spesi e le fortune guadagnate per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere le armi, sempre più distruttive, sono un attentato continuo che grida al cielo […]. È necessario rompere la dinamica della diffidenza che attualmente prevale e che fa correre il rischio di arrivare allo smantellamento dell’architettura internazionale di controllo degli armamenti. Stiamo assistendo a un’erosione del multilateralismo, ancora più grave di fronte allo sviluppo delle nuove tecnologie delle armi.
Vengo a essere confermato. Al Monumento dei Martiri di Nagasaki, 24 novembre. Aspettavo con ansia questo momento. Vengo come pellegrino a pregare, a confermare e anche ad essere confermato nella fede da questi fratelli, che con la loro testimonianza e dedizione ci indicano il cammino. Vi sono grato per l’accoglienza. Questo Santuario evoca le immagini e i nomi dei cristiani che sono stati martirizzati molti anni fa, iniziando da Paolo Miki e i suoi compagni, il 5 febbraio 1597, e la moltitudine di altri martiri che hanno consacrato questo terreno con la loro sofferenza e la loro morte […]. Vengo a questo monumento dedicato ai martiri per incontrarmi con questi uomini e donne santi, e voglio farlo con la piccolezza di quel giovane gesuita che veniva “dai confini della terra” e trovò una profonda fonte di ispirazione e di rinnovamento nella storia dei primi missionari e martiri giapponesi. Non dimentichiamo l’amore del loro sacrificio!
Certo la storia del cristianesimo in Giappone è molto avvincente e fa pensare.
Sia lode a Papa francesco per questo suo apprezzatissimo impegno anti-atomiche e anche anti-deterioramento ecologico. Contribuisce a salvare il mondo e la Chiesa di Gesù.
Viva, viva, viva, viva Papa Francesco!
Il suo impegno è attivo, non pilatesco!!!
Salva il mondo, salva noi e salva la chiesa
e in Paradiso si prepara una bella ascesa!
Quando anche noi andremo tutti lassù
gli porteremo i fiori salvati di quaggiù.
Caro Luigi, questa volta non mi rimproveri
ti regalo dei cordiali rossi papaveri!!!