La Basilica di San Giovanni in Laterano come appariva sabato durante la celebrazione con il Papa. Nei commenti dettagli, lodi e critiche alla conduzione dell’evento: avvio dell’ascolto del “grido della città” e consegna del mandato alle èquipes pastorali nella festa della dedicazione della Basilica.
San Giovanni mai così grande come quando è piena
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Raggiungere tutti. Francesco nell’omelia ha esortato i componenti delle èquipes pastorali ad adoperarsi perchè la Chiesa che è in Roma riesca a parlare all’intera città: Infine una parola per voi, membri delle équipe pastorali, che siete qui per ricevere un particolare mandato dal Vescovo […]. Vi è affidato il compito di aiutare le vostre comunità e gli operatori pastorali a raggiungere tutti gli abitanti della città, individuando vie nuove per incontrare chi è lontano dalla fede e dalla Chiesa. Ma, nel fare questo servizio, portate dentro questa consapevolezza, questa fiducia: non c’è cuore umano in cui il Cristo non voglia e non possa rinascere.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/11/09/0857/01784.html
Prima dell’ingresso in Basilica il Papa ha sostato sul Sagrato, davanti alla lapide che ricorda le “vittime della povertà”, e ha recitato una preghiera con i fedeli presenti, appartenenti al Movimento ATD Quarto Mondo. Francesco ha così dato inizio alla terza Giornata Mondiale dei Poveri che culminerà nella Messa in San Pietro di domenica 17 novembre. Al commento seguente, la preghiera letta dal Papa davanti alla lapide.
Preghiera del Papa per le vittime della povertà
Per i milioni di bambini piegati dai morsi della fame
che hanno perso il sorriso ma vogliono ancora amare.
Per i milioni di giovani che, senza un motivo per credere o
esistere, cercano invano un avvenire in questo mondo insensato.
Noi ti preghiamo, Padre, manda operai per la Tua messe.
Per i milioni di uomini, di donne, di bambini, con cuori che
battono ancora forte forte per lottare, il cui spirito si rivolta contro
la sorte ingiusta loro imposta, il cui coraggio esige il diritto
all’inestimabile dignità.
Noi ti preghiamo, Padre, manda operai per la Tua messe.
Per i milioni di bambini, di donne, di uomini che non
vogliono maledire, ma amare e pregare, lavorare ed unirsi, perché
nasca una terra solidale. Una terra, la nostra terra, dove ogni uomo
dia il meglio di sé stesso prima di morire.
Noi ti preghiamo, padre, manda operai per la Tua messe.
Perché tutti quelli che pregano trovino ascolto presso Dio e
ricevano da Lui la forza di eliminare la miseria da un’umanità
fatta a Sua immagine.
Noi ti preghiamo, Padre, manda operai per la Tua messe.
Testo della lapide. La lapide in onore delle vittime della miseria, dettata dal padre Joseph Wresinski, fondatore dell’Associazione Quarto Mondo, fu posta sul piazzale delle libertà e dei diritti dell’uomo, al Trocadero di Parigi, il 17 ottobre 1987. Oggi nel mondo ci sono 30 riproduzioni di quella lapide e una di esse è sul sagrato della Basilica Lateranense dal 15 ottobre 2000. Questo è il testo della lapide:
Il 17 ottobre 1987 i difensori dei diritti dell’uomo e del cittadino di tutti i paesi si sono riuniti su questo sagrato. Hanno reso omaggio alle vittime della fame, dell’ignoranza e della violenza. Hanno affermato la loro convinzione che la miseria non è fatale. Hanno proclamato la loro solidarietà con coloro che lottano in il mondo per distruggerla.
Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria
i diritti dell’uomo sono violati.
Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro.
P. Joseph Wresinski
Due critiche alla regia. E’ stata – quella di sabato – una celebrazione magnifica: per le musiche, i canti, i nuovi testi del rito liturgico della dedicazione, il muovo ambone, la nuova croce pensile; e soprattutto per il gran numero di partecipanti. Quand’è in folla, San Giovanni è splendida. Ma su due punti non lodo la conduzione di quelle due magnifiche ore: non c’è stato nessun gesto o atto simbolico di consegna del mandato alle èquipes pastorali, all’interno della Basilica non si è avuta informazione della preghiera svolta dal Papa sul sagrato. C’erano i maxischermi, c’era un conduttore, si è recitato nell’attesa un Rosario con i “Misteri della gioia”, ma non c’è stato collegamento video con l’esterno e neanche – d’altoparlante – è venuta la notizia che a quaranta metri da quell’assemblea il Vescovo di Roma compiva, a nome di tutti, quell’atto così significativo.