Anno: <span>2011</span>

Il 15 gennaio ho ricevuto per posta, in omaggio, un libretto del vescovo di Rimini Francesco Lambiasi – amico di tanti anni – intitolato Verbi all’infinito. 365 sms per ogni giorno dell’anno, pubblicato dall’editrice il Ponte. Ho subito letto il messaggino di quel giorno che dice così, nel linguaggio dei ragazzi: “Dio non ti ama xké ha bisogno di te, ma ha bisogno di te xké ti ama”. Mi è piaciuto e gli ho dedicato un bicchiere di Vino Nuovo.

Adesso affronterò la pena come è giusto che sia, questo è un insegnamento che lascio come esempio ai miei figli che devono avere fiducia nella giustizia e nelle istituzioni. Sono stato un uomo delle istituzioni e ho un grande rispetto della magistratura che è una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Questa prova che certamente non è facile, ha rafforzato in me la fiducia nella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede“: così ha parlato oggi Totò Cuffaro, ex governatore della Sicilia, mentre partiva da casa per il carcere di Rebibbia dopo che la Cassazione aveva reso definitiva la condanna a sette anni per “favoreggiamento aggravato” a Cosa Nostra e “rivelazione di segreto istruttorio”. Gli mando un abbraccio di ringraziamento per le parole che ha trovato e detto. Parole rare ai nostri giorni.

Ieri la barbona francese sdraiata sottocasa beveva e cantava mentre il cameriere filippino del vicino ristorante le gridava in romanesco: “Se non stai zitta te mollo n’a secchiata d’acqua”. Stamane la commessa cinese dell’agenzia di viaggi incalzava la barbona traballante con rapidi getti d’acqua da un suo secchio, a un centimetro dai piedi di lei, per cacciarla come si fa con i bacarozzzi. E lei che a ogni passo indietro diceva: “Merde merde”.

Una procedura irrituale e violenta, indegna di uno stato di diritto e che non può rimanere senza un’adeguata punizione“: così il premier nel video messaggio di ieri. Il capo del governo che chiede la punizione dei magistrati che indagano su di lui: credo siano le parole più gravi mai pronunciate da Berlusconi. Non sembra di essere in Europa. Quel videomessaggio è peggio dei festini di Arcore.

Leggo nei giornali che tale Carlo Ferrigno in una telefonata a “un altro uomo” racconta che “c’erano orge lì dentro” dopo la cena [ post del 17 gennaio]. Dice anche di “una tale Maria mezzo araba” che “animava la serata facendo la danza del ventre” e che fu ricompensata dal Cavaliere “con un anello e un bracciale”. [Segue nel primo commento]

Il nuovo anno non poteva avere un migliore avvio per Papa Benedetto: dal varo delle nuove leggi sulla finanza (paragonabili per importanza alle nuove regole sulla pedofilia) all’indizione di una quarta giornata di Assisi, dall’annuncio della beatificazione di Papa Wojtyla alla creazione del primo ordinariato “anglicano-cattolico”, alla nomina di un protestante a presidente dell’Accademia delle Scienze. Sono cinque buone mosse nel segno del riordino interno, della “continuità” con il predecessore e dell’ecumenismo. Alcune di queste scelte sono occasionali e altre strategiche, ma tutte comprensibili e apprezzabili anche da parte dell’opinione pubblica. Nell’insieme segnalano che dal punto di vista del governo – e dell’iniziativa personale del Papa – il Pontificato benedettiano sta vivendo forse la sua stagione migliore. – E’ il pomposo avvio di un mio articolo pubblicato oggi da LIBERAL a pagina 10 con il titolo sibillino ANNO NUOVO PAPA NUOVO.

«Mi pagano per parlare. Mi pagano per tacere. Così divento ricca»: parole di Ruby che ascolto in un telegiornale. Diciotto anni: povera figlia inebriata dal denaro. Forse aveva quell’età – o forse meno – Salomè che danzava per Erode. Sempre piccole donne incolpevoli in mezzo a teste che rotolano. Incolpevoli o forse no. “Non se ne scava nella terra fosse così profonde come nel cuore dell’uomo”.

Mando un bacio a Nadia, a Diego, ai genitori. Leggo le parole “forza Diego corri” con l’emozione con cui ogni volta ascolto il comando evangelico “alzati e cammina”. E’ la conclusione ad effetto di un mio bicchiere di Vino Nuovo che dedico a Nadia Ghigliotto, infermiera sulle ambulanze e cantautrice, per la canzone FORZA DIEGO CORRI che lei ha scritto e canta per il bimbo Diego colpito da atrofia muscolare spinale.

Da quando ha beccato D’Alema a St. Moritz e Bertinotti alle Bahamas-Antille il collega Alfonso Signorini non riesce a prendere sonno. E’ stato visto alle quattro del mattino girare intorno all’isolato ripetendo senza pause: “Ma questi comunisti vogliono fare i Signorini?”

Wojtyla sarà fatto beato il 1° maggio e il Corsera mi chiede un pezzullo su questa data “singolare”. Spiego che chi l’ha scelta pensava alla Domenica della Divina Misericordia, ma il vasto mondo penserà al papa che fu operaio e che difese ognisempre gli operai. Parlo – per la necessità di aggiungere otto righe – con il collega che “passa” il pezzo, ignorantissimo di Chiesa, che mi dice: “Ma se c’era ancora Wojtyla avrebbe parlato o no degli operai di Mirafiori?” Non lo so, gli rispondo, non lo può sapere nessuno e concludo: “Io penso che non ne avrebbe parlato”. “Io invece penso di sì”, fa il collega che si chiama Mario.