“Vidi che il partigiano ucciso non era mio figlio Paolo, ma non provai nessuna reazione di sollievo e sentii quanto sia forte l’istintiva profonda solidarietà materna per cui ogni donna sente come figlio suo ogni figlio di ogni altra donna”: provvide parole di Ada Gobetti (1902-1968) che ho riletto in questi giorni e che festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo.
Per Ada Gobetti che diceva “ogni figlio come figlio mio”
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tanti anni fa visitai gallipoli, i vari cimiteri. Mi ricordo di aver letto su un cimitero forse uno degli Anzac una frase simile a quella della vecchietta di Meana. “Rassicurava” le madri di quei soldati morti così lontano da casa: ” cureremo bene le loro tombe e pregheremo anche per loro, perchè ora sono anche figli nostri”
ho ritrovato un sito con le esatte parole di Ataturk che ricordavo nei miei ricordi un po’ appasiti sopra:
http://wikitravel.org/en/File:Ataturkswords.jpg
Gallipoli è un posto che ti fa veramente vedere l’inutilità e la crudeltà della guerra
«non provai nessuna reazione di sollievo».
Stento molto a crederlo e, in ogni caso, spero che non sia andata proprio così.
L’anaffettività non sarebbe una virtù, ma un difetto.
Del resto, subito dopo la signora Gobetti scrive: «Mi misi a piangere, a singhiozzare forte, senza riuscire a frenarmi». Ecco, in quel pianto irrefrenabile c’era, verosimilmente, anche quell’umanissima (e io direi imprescindibile) reazione di sollievo per il figlio scampato alla morte, senza la quale l’ideale etico adombrato (“ogni donna sente come figlio suo ogni figlio di ogni altra donna”), mi dispiace, ma è falso.
Concordo con Franti e aggiungo che a me non farebbe piacere sapere che mia madre piange la morte mia o di un mio fratello con la stessa intensità con cui piangerebbe la morte di un nostro compagno di lotta o di partito.
Detto questo, per sdrammatizzare, anche Melania in Via col Vento (me lo sono sorbito qualche sera fa in compagnia dei miei suoceri) dice qualcosa del tipo “accudiamo soldati sconosciuti sperando che qualche altra donna si prenda cura dei nostri uomini altrove”, ma finchè si tratta di solidarietà umana e aiuto materiale (i terribili “tradi” direbbero: carità cristiana) è un conto, quanto si tratta di amore materno, affetto, amicizia… è un altro conto (e grazie a Dio!).
Passi l’amore materno Federico ma in che senso quando si tratta di affetto e amicizia no?
Il ragionamento di Franti mi sembra corretto, un conto è essere anaffettivi un conto estendere il proprio senso materno anche ad altri. (se non ho capito male credo intendesse una cosa simile)
@Sara,
l’affetto per un amico o l’amore per un fidanzato, come l’amore di un genitore, sono sentimenti che non si possono provare per un estraneo, nemmeno in una forma estrema di solidarietà verso una vittima o i suoi familiari, amici e congiunti.
Per carità, capisco il senso dell’intervento di Luigi e apprezzo comunque l’idea che in simili frangenti ci sia una forte empatia con chi si trova a vivere gli stessi sentimenti, la stessa paura e lo stesso dolore, ma condivido con Franti l’impressione che ci sia una forzatura veramente “innaturale” e poco credibile nell’affermazione che “ogni donna sente come figlio suo ogni figlio di ogni altra donna”.
Bisognerebbe conoscere bene la biografia della signora Ada per fare un’analisi meno generica, capire quanto questa idea fosse radicata e profonda o quanto potesse essere strumentale a qualche riflessione maturata successivamente. Nel rispetto dovuto alla sua storia personale e alla sensibilità di Luigi non mi sento di andare oltre.
O.T.
Chiedo scusa (sarò un pò autoreferenziale): non riesco mai a trattenere la gioia per essere “uno dei pochi” nato sotto il pontificato di Albino Luciani.
Egli veniva eletto 36 anni fa, lo ricordo con questo link:
http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/home-eventi/papa-giovanni-paolo-i-non-possiamo-dire-di-amare-dio-se-non-amiamo-la-povera-gente-31590#.U_yE5cV_sxg
@Fabricianus,
ricordo anch’io Giovanni Paolo I con una sua frase, sempre attuale, che ho trovato riportata su un volantino del MpV:
“Se i vescovi italiani, insieme al Papa, prendono posizione contro l’iniqua legge che sancisce l’aborto, non è – come taluno insinua – per intromettersi indebitamente nelle cose della politica. Essi adempiono semplicemente al loro ufficio di pastori, servi e custodi della verità da Dio rivelata e stampata nel cuore umano. Tacendo, sarebbero essi stessi condannati dal Signore”.
Alcuni anni fa, in un tragico incidente d’auto, moriva un ragazzo coetaneo di mio figlio, che conoscevo solo di vista.
Per caso mi trovavo a passeggiare sul luogo dell’incidente mentre ancor i vigili del fuoco lavoravano per estrarre il ragazzo dall’auto e non posso dimenticare quello che provai. Un terribile senso di angoscia, la percezione che quello sarebbe potuto accadere anche a mio figlio, il bisogno irrefrenabile di andare a casa per vederlo (l’avevo lasciato che faceva colazione in cucina), per sentirmi sollevata, ma anche il dolore vero, profondo, il tremito in tutto il corpo, il mancamento… diverso, di più che umana pietà. Una sorta di condivisione materna che ritrovo nel post di Luigi.
Se posso pensare ad una differenza, è che per me quel dolore è passato in fretta, per l’altra madre ancora brucia.
Mi pare che lei Nico abbia espresso molto bene quello che intendevo: la profonda condivisione materna che lei ha provato, ben diversa dalla pietà umana generica, si nutriva – io credo – anche del sollievo provato nel vedere che suo figlio era salvo. L’angoscia provata le permetteva di capire e condividere il dolore dell’altra madre, come una persona qualsiasi non avrebbe potuto fare.
Questo è ciò che possiamo fare noi uomini: amare “il prossimo” (non per nulla la Scrittura parla così: e non intende genericamente “gli altri”, ma “quelli che tocchiamo”, quelli che ci sono così vicini che entrano nella sfera della nostra vita). Partendo dall’amore al prossimo possiamo e dobbiamo educarci ad amare anche il meno prossimo, fin dove arriviamo. Ma credersi Dio, e aspirare all’amore universale di cui solo Lui è capace, no.
C’è qualcosa di non sano e di non autentico in ogni forma di amore “disordinato”, come sarebbe ad esempio l’amore del lontano a preferenza (e contro) l’amore del prossimo, oppure l’amore uguale indifferenziato.
Una volta compreso questo, non si deve aver scandalo del sentimento “umano, troppo umano” che ci porta ad essere sollevati per la morte dell’altro (lui è morto e io invece no) e perfino della scelta che tutti faremmo se venissimo posti di fronte al dilemma: “uno deve morire, vuoi che sia tuo figlio o il figlio dell’altro?”.
@Federico
Conoscevo quell’espressione di Luciani.
Ti ringrazio per averla ricordata.
“amare “il prossimo” (non per nulla la Scrittura parla così: e non intende genericamente “gli altri”, ma “quelli che tocchiamo”, quelli che ci sono così vicini che entrano nella sfera della nostra vita)”
Questa mi riesce davvero nuova.
Quindi, signor Franti, la Scrittura quando parla di “prossimo”, intende i vicinissimi a noi? Gesù quando parla di “prossimo”, si riferisce a quelli che “entrano nella sfera della nostra vita”? E la parabola del buon samaritano, dove uno sconosciuto aiuta un altro sconosciuto malconcio e ridotto in fin di vita, è una storiella senza significato ?
E quando ci sentiamo dire che amare “quelli che tocchiamo” è fin troppo facile, e che non solo ad essi deve essere rivolto il nostro amore ( non sentimentale), ci stanno dicendo spudorate menzogne?
Se non capisce, Marilyn, non si preoccupi. È normale.
Sempre buono come al solito.
Io però capisco molto bene che lei ha capito poco o niente della parabola del buon samaritano e di quelle parole dette da Gesù: “va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
Se per lei queste sono un optional, va da sé che è inutile replicare.
Vuol dire che quando sentirò ripetere : “ama il prossimo tuo come te stesso”, penserò ad un amore “disordinato”.
Marilisa cara, se mi permetti: premesso che il “birbante” Franti non ha bisogno della mia interpretazione (anche perché “se ne fregherebbe” altamente), egli esprime dei concetti giusti nel suo commento delle 16.37 sopratutto quando invita a non pretendere di “applicare” l’amore universale altrimenti saremmo Dio.
Noi siamo alla sequela di Cristo, non siamo Cristo, questo dobbiamo tenerlo sempre presente quando si parla di amore che, comunque è il cuore del messaggio evangelico.
Un forte abbraccio.
P.S. E dopo aver dato “ragione” a Franti, al netto del fatto che egli “se ne freghi”, mi merito un bel calice di vino rosso con due fette di salame cremonese per dimenticare il tutto. 😉
Ciao a tutti!
Di gente che ama piu‘il lontano che il prossimo sai quantität a ne conosciamo!Gente chw da‘i soldi in benficenza per ibambini dell‘Africa ma i suoi,di bambini,li lascia tutto il giorno cole baby-sitter e non se ne occupa minimamente,di gente che tratta a ösci in faccia ka moglie//marito o il vecchio padre e mqdre,na si attiva colla beneficenza per i poveri del;altra parte del mondo. Si chiama filantropismo ed e‘il contrario dellq carita‘cristiana. Non e‘un caso che il Vangeli parli di voler bene al “prossimo“.Infatti e‘molto piu‘difficile che voler bene al lontano. Il buon samaritano io frwdo e‘chi riesce a fqr le vacanze colla suocera ,senza lasciarla da sola in citta‘,chi padsa le seratefoi figli incece ei lasciarli alle bambinaie,fhi riesce. ad essere gentile con la moglie/marito dopo trent‘anni d matrimonio. Costoro sono molto meno di chi crede di esser bupno perche‘finanzia Save.the Children.
Si può essere gentili con la suocera e dare un aiuto a Save The Children immagino, non si dovrebbe contrapporre le due cose.
Si, certo, ci mancherebbe! Ho vissuto 12 anni lunghissimi anni con mia suocera ed ho versavo pagamenti a mezzo bollettino per i bambini sordomuti di Betlemme per anni. Ma quando morì, mia suocera non ho provai lo stesso dolore che per la morte di mia madre, che aveva solo 59 ann, e quando mia figlia si trovò in difficoltà sospesi il pagamento dei bollettini preferii, con quei soldi, comprare il latte in polvere per mia nipote. Abbi pazienza Sara! Credo che ogni cosa vada collocata nel giusto alveo.
In quanto alla morte … io ho perso un fratello di 6 anni nello spazio di 5 minuti, ed è stato devastante. Mia madre iniziò a morire in quel momento, tanto che…non esistemmo neppure noi, per anni, dopo quell’evento. Ed eravamo figlie sue…figuriamoci…
Per carità, il dolore non si racconta, ed è sempre sconvolgente la morte, anche quando ci passa accanto ne nesentiamo l’odore di sguincio. Si prova un senso di vuoto che lascia sgomenti. Solo il tempo lenisce, e la fede, e la preghiera.
Ciao carissima Clo
(scusate per gli errori nel commento appena postato…)
Emblematica, ed esempio, è la salma del milite ignoto che, deposto assieme ad altre 10 salme di soldati ignoti ad Aquileia venne scelto da una madre, una delle tante tra le presenti casualmente . Trasportato a Roma presso l’Altare della Patria rappresenta tutti i soldati caduti nella prima guerra mondiale.
Perché si è sentita l’esigenza di deporre un defunto senza nome. Io credo perché in quell’assenza di identità ogni madre petesse coltivare in cuor suo l’illusione che quei resti mortali riguardassero il proprio figlio, e così elaborare il dolore..
ciao Fabbrìcianus…bello!
Fabricianus,vale la pena precisare.
Io ho capito bene il concetto che “il birbante” Franti ha espresso. Comprendo che un familiare stia ben più a cuore di un altro che non lo è, e che il dolore del mio fratello di sangue o di un figlio è, in un certo senso, il mio stesso dolore, per forza di cose. Il sangue non è acqua. Non vedo chi possa contestare questo dato di fatto. E potrei farlo io?
Non posso accettare però quello che lui, il Franti, ha detto ampliando il discorso e facendo riferimento alla Scrittura ( se non lo avesse fatto, sarebbe stato meglio) che, secondo lui, indicherebbe che il prossimo “non intende genericamente “gli altri”, ma “quelli che tocchiamo”, quelli che ci sono così vicini che entrano nella sfera della nostra vita”.
Forse si è espresso male, ma questo ha detto.
Nell’affermare questo sbaglia di grosso perché nella Scrittura l’amore per il prossimo intende proprio genericamente tutto il prossimo e non solo quelli che hanno il nostro stesso sangue. Altrimenti nella Scrittura non ci sarebbe alcunché di nuovo. Nella Scrittura non si fa distinzione fra l’amore per il prossimo vicino e l’amore per il prossimo lontano; c’è un solo Amore.Punto. Per Dio siamo tutti suoi figli; tutti indistintamente, e la Scrittura parla per tutti.
Fabricianus, il secondo comandamento è chiarissimo, e la parabola del buon samaritano non potrebbe essere più eloquente in tal senso.
Tu potresti contestarlo? Non credo.
Poi “credersi Dio, e aspirare all’amore universale” o “ritenersi Gesù Cristo” sarebbe semplicemente da idioti all’ennesima potenza. Ma essere alla sequela del Cristo implica che lo si segua quanto più possibile. Se poi non ci si riesce, questa è un’altra questione.
Del resto, c’è anche un passo del Vangelo dove Gesù dice :«Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
È un paradosso, ma ha un significato ben preciso.
PS
Fabricianus, buon pro col calice di vino rosso e le due fette (solo due?) di buon salame cremonese. Alla nostra salute, anche a quella del “birbante”.
🙂
“Il buon samaritano io frwdo e‘chi riesce a fqr le vacanze colla suocera ,senza lasciarla da sola in citta‘”(discepolo)
Bisogna vedere che tipo di suocera è, cara discepolo. Potrebbe essere un purgatorio passare le vacanze con la suocera, e allora che vacanza sarebbe?
Adesso non esageriamo per amore della retorica e di un buonismo che tutto è fuorché carità.
Io forse dovrei sforzarmi di spiegarle, Marilyn, quello che lei ovviamente non ha capito. Ma non so se ne sarei pari al compito, e poi come Oscar Wilde «sono contrario a tutto ciò che compromette l’ignoranza naturale. L’ignoranza è come un delicato frutto esotico: toccalo e perde tutta la sua freschezza».
Clodine rispondevo a Discepolo.
Penso che nei limiti del possibile non si debbano opporre così i doveri verso i vicini a quelli verso i lontani.
Nonostante la mia famiglia avesse i suoi problemi (almeno per la seria disabilità di mio fratello) mio padre si è sempre occupato moltissimo dei più lontani.
Mio marito uguale, non parlo per me che son buona a nulla, però credo che le due cose non si annullino a vicenda.
Non si sforzi, Franti, non lo faccia. Non mi interessa.
Io ho capito quel tanto che basta per arrivare alla conclusione che lei si arrampica sugli specchi.
Ha ragione quel tale che dice: “se uno fa un bagno di umiltà, poi dove si asciuga?” Non sono di Oscar Wilde, ma sono parole che fanno al caso suo.
Partendo dal presupposto che “si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona” [Jung] credo fermamente, sara, che le due cose non si annullino a vicenda. Ma sempre nella misura in cui la persona è in grado di gestirle, però! L’elaborazione del dolore ha sempre una lunga gestazione e non è affatto scontato che il “parto” riesca. Penso che alla fine ciascun individuo, che è sempre un mondo a sé, metterà in atto le proprie “difese” :allora ci sarà chi prenderà le distanze dal dolore per non venirne risucchiato, e chi opterà in favore di opere filantropiche. Ma entrambe i casi rappresentano una via di fuga, stratagemmi per dare significato al “non senso”. Il dolore, la malattia, la morte del debole, dell’innocente-come diceva mia madre- è una crepa la cuore, una fitta improvvisa, lancinante, la ferita bruciante di un dolore perfetto che solo Colui che “sana ciò che sanguina” può guarire…nessun essere umano ha, per sua natura,questo potere. Siamo stati creati per la felicità… anelito inscritto nel nostro dna…
Ciao Marilisa carissima, no, non metto in discussione il comandamento dell’amore, però penso che quando il “birbante” Franti parlasse di “prossimo” non intendesse coloro che sono vincolati di sangue, ma, coloro che incontriamo de visu, face to face.
Un abbraccio.
P.S. Vino e salame alla nostra salute…Alè!! (E a quella del “birbante”)
La capacità di superare il senso puramente biologico si trova anche nel sacerdozio.
Il sacerdote “sublima” la possibilità di avere figli propri per diventare il padre di una piccola comunità.
La famiglia cristiana non coincide con il clan di sangue. È vero che oggi il dato biologico e’ messo troppo in discussione (o troppo valorizzato perché la moderna biogenetica nasconde in fondo il desiderio di avere un figlio con il proprio patrimonio genetico a tutti costi) però da sempre i cristiani sono portati a considerare fratelli anche quelli che non lo sono.
Diciamo che la fraternità si apprende nella concretezza di una famiglia non è un concetto stratto e anaffettivo.
In questo ha ragione Franti, penso che tanto più le nostre relazioni familiari sono buone tanto più ci dovrebbero dare slancio per estendere la fraternità fuori dal nostro piccolo giro.
“Prossimo” (ton plesìon) è chi ti sta vicino, chi vedi, chi incontri nella realtà della tua esistenza personale. Se vogliamo usare un’immagine: chi entra nella tua sfera, chi è dentro il tuo orizzonte esistenziale. Nella parabola del Samaritano, che viene detta da Gesù proprio per rispondere alla domanda dell’ideologo di turno (“Chi è il mio prossimo?”, oggi forse avrebbe detto: “definisci prossimo”), questo è chiarissimo: quel tale se ne andava per i fatti suoi, si imbatte nel viandante ferito, che a quel punto non per colpa di nessuno ma di fatto è entrato nel cerchio della sua esistenza, se ne assume la responsabilità in modo efficace e proporzionato alle sue capacità. Fine della storia. Notare un particolare sublime: non c’è in tutta la parabola neanche mezza parola sugli eventuali sentimenti compassionevoli del Samaritano, su quanto si è commosso o non commosso. Niente pietà, niente commiserazione, niente buonismi di nessun genere. Niente “vergogna, vergogna vergogna”. C’è uno malconcio ai lati della strada: non si può mica lasciarlo lì. Si fa quel che c’è da fare e quel che si può fare. (A me piace immaginare che il Samaritano, mentre faceva il suo dovere, imprecasse fra sé e sé per la sfiga che gli aveva fatto perdere la mattinata, che lui magari aveva da fare quel giorno lì eccetera).
Ma il punto è che la “legge della prossimità” non va stravolta, negata o troppo disinvoltamente messa da parte: se lo si fa, si mette il concime per le falsificazioni dell’amore cristiano, come la filantropia. Su questo torno più tardi perché devo andare via.
Volendo è il senso dell’imperativo categorico kantiano. Devo perchè devo non perchè mi fai simpatia e mi ricordi un mio parente, ed è passato nel welfare moderno e nella legislazione statale, se passo e vado oltre è omissione di soccorso.
Però il cristianesimo cerca di dare “amore” anche al senso del dovere.
🙂
C’è un particolare interessante nella parabola del Samaritano, che spesso sfugge.
Gesù non risponde alla domanda del dottore della legge, ma gli rigira la frittata. “Chi è il mio prossimo?” chiede l’uomo, e Lui risponde “TU fatti prossimo” (“Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”… “Va e anche TU fa lo stesso” Lc 10,36-37).
Quindi la cosa si fa più complessa, e noi che stiamo qui ad interrogarci (come i farisei) su come restare entro il recinto della legge, siamo già fuori-luogo…
Naturalmente, dato che coloro che incontriamo per primi sono coloro che ci sono vicini, è a loro (e al loro frequente e fastidioso pestarci i piedi…) che per primi siamo chiamati a farci prossimi…
…tutto molto evangelico, e proprio per questo molto difficile. Nessuna traccia di buonismo, è la via della testimonianza (martyria).
Se non sbaglio il concilio ha detto : non sia dato per carità ciò che è dovuto per giustizia.
Quindi andare oltre il recinto della legge può essere più moderno ma attenzione che si può cadere nel contrario.
Infatti, Sara, farci prossimi non è carità, è esigenza di giustizia.
“Notare un particolare sublime: non c’è in tutta la parabola neanche mezza parola sugli eventuali sentimenti compassionevoli del Samaritano, su quanto si è commosso o non commosso. Niente pietà, niente commiserazione, niente buonismi di nessun genere. Niente “vergogna, vergogna vergogna”.”
Quando qualcuno vuole forzare le cose per dimostrare le proprie ragioni, dice proprio così: nota questo, nota quello e nota quest’altro ancora.Cioè nota tutto ciò che io voglio farti notare per dimostrare l’indimostrabile.
Accipicchia che particolare sublime!!
Quando mai le parabole hanno dei particolari, sublimi o meno?
Le parabole, se non erro, sono assai schematiche, sono asciutte, vogliono dare degli insegnamenti incisivi senza perdersi in particolari inutili.
Allora, lasciamo perdere, per favore, la prossimità di familiari, amici, conoscenti e così enumerando.
Il prossimo è, come si evince dalla parabola del buon samaritano, chi si sente coinvolto nelle vicende, sic et simpliciter, di uno sconosciuto, il quale, a sua volta, è prossimo dello sconosciuto che lo aiuta.
“Ama il prossimo tuo come te stesso”, senza differenze, senza barriere, senza pretesti, senza distinguo di nessun genere.
Quando io leggo:”(non per nulla la Scrittura parla così: e non intende genericamente “gli altri”, ma “quelli che tocchiamo”, quelli che ci sono così vicini che entrano nella sfera della nostra vita)”, io ci vedo proprio uno stravolgimento dell’espressione “amore del prossimo”,o per lo meno una forte limitazione. Perché gli altri–tutti gli altri–sono il prossimo, sono i miei fratelli; lo sono anche quelli che, anche se non li vedo, non li tocco e non entrano direttamente nella mia vita concreta, sono stati creati da Dio, nostro Padre. Lo sono anche i miei nemici, prossimi fisicamente o non-prossimi nello stesso senso, a cui certe volte vorrei cavare gli occhi per il male che mi fanno.
Se io non riesco a vederli come fratelli, il problema è solo mio. Se io non riesco a “toccarli” con la mia sensibilità, vuol dire che ho lasciato che il mio cuore restasse di pietra, almeno parzialmente.
Se io sono cristiana e non vedo il “prossimo”, anzi i fratelli, in tutti quelli che nell’intero mondo esistono, figli dell’unico Dio Padre, significa che ho capito ben poco del messaggio di Gesù.
E questo messaggio ci provoca in continuazione anche se ci dispiace e molto spesso troviamo più conveniente girarci intorno.
Però, “birbante” Franti, permetta: riflettendoci meglio lei commette un errore.
Affermando infatti che il Samaritano non ebbe sentimenti lei mi deraglia completamente….
Rileggo infatti al versetto 33 della Parabola: Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.
Che forza prorompente è il sentimento della compassione!
Lei ovviamente sa meglio di me come la compassione è intesa nel Vangelo : trattasi di “sun pasko” (faccia finta sia scritto in greco)….ovvero soffrire con….Siamo nelle vette dei sentimenti.
Stia bene.
“Che forza prorompente è il sentimento della compassione!”
È proprio così. Come, per esempio, non provarla per quel giovane americano decapitato dal suo crudelissimo carnefice?
Vedi quella immagine più volte trasmessa in TV, e ti viene da piangere. Eppure non è né un figlio né un fratello di sangue né un amico né qualsiasi persona che sia mai entrata nella concretezza della nostra esperienza diretta.
Nessuno di noi ha potuto portare soccorso a quel nostro fratello geograficamente lontano ma misteriosamente vicino se si è capaci di vedere in lui un potenziale figlio o fratello carnale o amico.
Si può solo chinare la testa e pregare. Per lui in primo luogo ma, a patto che si riesca a farlo (e non è per niente facile), anche per i suoi miserabili carnefici, per i quali si prova un indicibile senso di repulsione e di indignazione.
Questo ce lo dice “assurdamente” il messaggio evangelico.
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/120333/rubriche/ice-bucket-challenge-tutto-il-male-della-beneficenza-spiegato-dal-vangelo-matteo-1919.htm
Lagnone ci legge…
Sì, Langone ha ragione….
Poi sul finale si lascia andare al suo “viscerale” anti comunismo…Nel senso che vede comunisti anche nei secchi d’acqua.
;-)))
E’ “anticomunismo viscerale” menzionare a mo’ di esempio un contributo a Emergency?
Allora è proprio vero che non ci sono più gli anticomunisti di una volta…
Più che altro interessante l’automatismo faccio beneficenza abbandono il padre in ospedale.
Davvero è così strano pensare che chi ha la sensibilità di curare il padre in ospedale abbia anche quella di aiutare chi assistenza non c’è l’ha?
Ora mi spiego diverse cosette…
Chi glielo dice a Langone o Lagnone che Gesù, girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre»? Chi glielo dice che queste parole erano rivolte a tutti, compresi “i pagani”? Quindi erano, e sono, universali? Chi glielo dice che, se fosse come dice lui dal suo scranno giornalistico, il cristianesimo perderebbe la sua sostanza, ovvero il sale di cui parla Gesù?
Glielo dice il Franti, che legge Langone, o è che Langone o Lagnone legge Franti?
Hai visto come è possibile ribaltare vergognosamente le parole di Gesù( che ricalcano il secondo comandamento) sostenendo che valgono “solo in riferimento a coloro che sono prossimi nella stessa comunione, stesso popolo, stessa fede”?
Accipicchia che enorme “qui pro quo”! E poi ci lamentiamo che sono pochi i veri cristiani.
Sono pochi sì!!
@Federico
Buon Federico, cortesemente: ma il glorioso centrodestra chi candiderà alla Presidenza della tua Regione?
” il glorioso centrodestra”… ;-(
@Fabricianus
Vuoi candidarti tu? Vuoi offrirti di sostenerne la campagna elettorale?
Pensi che sia semplice affrontare la “gioiosa macchina da guerra” del PD in una terra dove la vittoria dei soliti compagni è sicura praticamente al 100%, nonostante scandali e dimissioni anticipate (aggiungerei volentieri e con numerosi esempi anche manifesto cattivo governo, ma temo che il solito compagno giosal mi denunci nuovamente al KGB di Bulagna, quindi evito per timore di ritorsioni)? Chiunque sarà scelto da quella scalcinata compagine merita comunque rispetto per il coraggio e per la buona volontà di rappresentare quella nutrita minoranza che, comunque, non intende rinunciare al sogno di un’alternativa al solito vecchio Politburo, già bersaniano e oggi improvvisamente convertito al renzismo (per la serie: il capo ha sempre ragione, chiunque sia, fosse anche l’odiato avversario di ieri).
Oddio, può anche essere che il fallimento del Governo Renzi o qualche altro evento insperato possa riaprire i giochi. La speranza è l’ultima a morire…
Il PD stesso comunque è nel caos più totale e non ha ancora deciso nemmeno chi parteciperà alle prossime primarie regionali. Immagino che gli avversari prima di sbilanciarsi aspettino di conoscere il nome del favorito.
Preciso che non spero nel fallimento del governo, ma nella riapertura dei giochi. Il cattivo esito del Governo Renzi si può facilmente prevedere, e se ne intuiscono alcuni segnali, ma di certo non può augurarselo nessuno.
Quoto Sara delle 16.58 al 100%.
Da dove esce questa strampalata idea che se fai beneficenza sei uno che non ama i suoi prossimi più vicini?
Mitico Federico delle 18.02 (e poi delle 18.11).
Manca il peggio? Eccolo, trovato a sorpresa sul “Foglio” (11/6, p. 2), ove col titolo “Preghiera”, e con uno strano riferimento alle lettere tra Quinzio e Ceronetti, leggo testualmente: «Non solo per l’Antico Testamento, ma anche per Gesù il precetto di amare il prossimo vale solo in riferimento a coloro che sono prossimi nella stessa comunione, stesso popolo, stessa fede». Resti strabiliato: se scritte in coscienza queste righe sono pura follia! Dunque Gesù avrebbe escluso dall’amore del prossimo i non ebrei, i pagani, i samaritani, e per essere suoi discepoli bisognerebbe amare soltanto i vicini, i propri amici! E arriva anche la conclusione: «Solo al diavolo poteva venire in mente» la «richiesta» di accogliere gli immigrati «senza niente in cambio: né conversione né assimilazione». Dubiti dei tuoi occhi, rileggi e concludi: solo al diavolo poteva venire in mente di scrivere e pubblicare una “Preghiera” che pare una bestemmia!”
http://www.avvenire.it/Rubriche/Pagine/Lupus%20in%20pagina/Tra%20meglio%20e%20peggio%20%20sorpresae%20follia%20di%20una%20preghiera%20blasfema_20140613.aspx?Rubrica=Lupus%20in%20pagina
Langone è recidivo a quanto pare.
«Non solo per l’Antico Testamento, ma anche per Gesù il precetto di amare il prossimo vale solo in riferimento a coloro che sono prossimi nella stessa comunione, stesso popolo, stessa fede».
Sono le stesse identiche parole dell’articolo di oggi (anzi, di ieri) sul “Foglio”.
Io ormai ho capito che la religione cristiana è tutta un’altra cosa da quella che credevo di seguire. Va a finire che mi converto all’islamismo.
Il peggio è che qualcuno di questo blog gli dà credito e ripete più o meno le stesse parole.
Roba da chiodi.
Proprio “vergogna vergogna vergogna”.
Il peggio di Langone fu questo:
http://www.ilfoglio.it/articoli/vr/28875/rubriche/index.htm
Oggi ho ripreso il foglio dopo un po’ e mi sono ricordata di quanto è stupido.
(però a Norcia ho trovato per caso una copia dell’Osservatore Romano, pensavo esistesse solo on line o per abbonamento!!
Altri toni e altro giornale infatti se lo filano in pochi)
@Fabricianus, interessatissimo alla questione,
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/regione-primarie-pd-bonaccini-candidato-1.155673#4
“La partita sembra solo agli inizi”.
E non si sa nemmeno QUANDO ci saranno le elezioni regionali!
mamma mia Sara……
affermazioni molto simili a quelle che si leggono sui commenti di alcuni blog di cui si è parlato in passato anche qua: razzisti, negazionisti che si autoproclamano veri cattolici.
Concedo che Langone possa sembrare a volte un po’ stronzo (non lo conosco personalmente, ma mi dicono che per certi aspetti un pochino lo è), ma è una persona di superiore intelligenza. Direi con dei tratti di genialità. Guardando il panorama della pubblicistica italiana contemporanea, una luminosa eccezione.
Che sembri stupido alle maripicchie mi pare necessario.
(Sara1, invece, potrebbe sforzarsi un po’ di più).
“Ho scoperto, anche se già lo sospettavo, che ai vescovi (Avvenire è dei vescovi) il Vangelo sta sui coglioni” veramente superiore come intelligenza, comunque facciamo così Franti: se per caso la città di Langone subirà un’inondazione, un terremoto o una devastazione delle cavallette con la beneficenza che daremmo come negli altri casi andremo allegramente al ristorante confidando che siano i vicini di casa di Langone a provvedere…
A proposito di sforzarsi:
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/iraq-irak-introvigne-35980/
Introvigne è diventato imperdonabilmente buonista.
Sara, che vuoi, è impossibile che una persona come testadifranti riesca a riconoscere l’intelligenza.
@Federico
Sarà molto interessante questa sfida delle Primarie tra Richetti e Bonaccini.
Io però sono molto interessato e sensibile al tema delle minoranze (senza ironia)….Ti chiedo quindi cortesemente, quando le avrai, informazioni sul centrodestra emilano e il suo candidato (anche perché forse absit iniuria verbis ) potrebbe essere il candidato “preferito” della Conferenza Episcopale della tua Regione o comunque del reverendissimo ed eminentissimo tridente Cafarra, Negri e Camisasca.
Buona giornata.
sara 10.32 🙂 🙂
giornata bellissima, sole stupendo: me ne vado in montagna a camminare. Hasta luego, gente.
Ciao picchio buona gita!
Sign. Franti, qua c’è poco da scherzare. Lei dovrebbe chiudere la bocca a doppia mandata.
Sa lei riconoscere l’intelligenza dalla cretinaggine? No, non può saperlo perché la sua testa contiene tanta crusca e pochissimi neuroni. Lo dimostra il fatto che prende per buone le folli parole di un certo Langone, che crede di poter convincere con i suoi improponibili articoli i lettori più scemi. Con lei c’è riuscito in pieno, appunto.
Non solo: lei le ricopia pari pari e le propone qui nel blog;e questo basta per definire la sua enorme ottusità.
Vuole che le dica di più?
Lei è uno che si lascia assoggettare con molta facilità. E già questo è negativissimo.
Come può uno con le sue idee avere la presunzione di definirsi cristiano? Se lei crede davvero che sia vero quello che rimorchia dallo sciacquone di Langone, lei non è cristiano neanche di una virgola. E allora mi permetto di dirle che ogni volta che deride questo o quello, Papa compreso, e mostra nostalgia per la Chiesa del passato rimpiangendola e accarezzando a parole certe mummie di certe sacrestìe, lei sta recitando una ridicolissima farsa.
Lei è fuori luogo ANCHE nella Chiesa preconciliare. Si scelga un’altra religione: di quella cristiana non ha capito un emerito tubo di niente.
Difficilmente qualcuno mi ha fatto perdere le staffe in questa maniera.
Odio la falsità in generale, e la sua in particolare. Ma abbia almeno il buon gusto di tacere.
Vergogna vergogna vergogna.
@Fabricianus,
non mancherò, anche se non capisco il senso di questa polemica a priori e con così tanto anticipo.
Provocazione o semplice pregiudizio?
Ci facciamo un mate alla maniera dei portenos?
La città di Langone è Parma e spero che non debba essere inondata, terremotata o invasa da cavallette.
C’è poco da scherzare veramente, ma certe cattiverie, comprese quelle indirizzate a Franti e concluse con triplice vergogna, ce le potremmo anche risparmiare.
Meglio farsi una passeggiata in montagna che scrivere certe oscenità.
Buona giornata
@Marilisa scrive, 28 agosto 2014@ 1:50
Va a finire che mi converto all’islamismo.
Ottima idea!
Se vuole le consiglio qualche blog.
http://rumaysho.com/website-islam/top-10-website-islami-1803
Federico noto che la frase ““Ho scoperto, anche se già lo sospettavo, che ai vescovi (Avvenire è dei vescovi) il Vangelo sta sui coglioni”
se detta da Langone perde quel sapore “vagamente” laicista e relativista che avrebbe avuto se detta da altri.
Io ho per Langone una ben motivata ammirazione, per cui non mi vergognerei affatto di riprendere (maripicchia dice “ricopiare”) sue considerazioni. Però in questo caso specifico la coincidenza (che mi onora, dato che lui è tanto più acuto di me) tra quello che avevo scritto io qui l’altro giorno e quello che ha pubblicato lui sul Foglio il giorno dopo è del tutto casuale, come chiunque sarebbe in grado di capire.
Chiunque non tanto … “mentalmente periferico”.
@Sara,
non sono un fan di Langone e non intendo difendere o giustificare le sue affermazioni. Prendiamo atto che molte altre voci, anche piuttosto autorevoli e appartenenti indiscutibilmente al mondo cattolico, faticano a comprendere il cambio radicale dell’agenda della CEI e si domandano con toni diversi come mai siano cambiate così rapidamente le priorità.
Langone rappresenta se stesso e usa espressioni inaccettabili, ma pone una questione che ai laicisti e ai relativisti non interessa affatto.
Augurare le dieci piaghe d’Egitto mi è sembrata una reazione eccessiva ed ancora peggio le offese espresse subito dopo da un’altra frequentatrice abituale del blog, a dispetto dei principi che dice di condividere e sostenere.
@Fabricianus,
a proposito di quanto scritto ieri pomeriggio:
http://www.affaritaliani.it/politica/prima-volta-renzi-in-calo27908.html?refresh_ce
Io non ho augurato nulla ma ricordato che la carità verso ai lontani serve per quello: se viene un terremoto e crolla la casa a te, a tua madre, a tuo padre e ai tuoi vicini e condomini poi succede che l’aiuto di chi non ti conosce faccia comodo no?
Se nessuno pensasse alle malattie rare credete che i familiari potrebbero da soli affrontare il problema?
Anche un’intelligenza brillante come quella di Langone dovrebbe arrivare a capirlo se non fosse che non gli va da aprire il portafoglio e nasconde il suo egoismo dietro ad un sacco di parole che con il cristianesimo non hanno nulla a che fare.
@Federico
Buon Federico nè polemica, nè pregiudizio…Giusto giusto un granello di provocazione la mia…
Il resto è sincera curiosità/interesse.
@Favricianus,
tanto per dire, ecco cosa pensa il mio amico Marchi:
I DIFETTI DI RENZI ? Solo un battutista che gestisce il potere con un manipolo di amici ? Lo dice Galli della Loggia sul Corriere:
http://www.corriere.it/editoriali/14_agosto_28/battute-non-bastano-38379ec4-2e73-11e4-866c-ea2e640a1749.shtml
A me pare che Renzi sia inconcludente per inesperienza e perchè con questa sinistra al potere è difficile rimettere in sesto l’Italia. Ha vinto l’OPA sul Pd, ma ha comprato un bidone.
Federico scrive, 28 agosto 2014 @ 14:21
«Langone rappresenta se stesso e usa espressioni inaccettabili».
Bene così.
Avere la tua approvazione è un vero sollievo.
Ne sono lieta: obiettivo raggiunto, dunque.
🙂
“Meglio farsi una passeggiata in montagna che scrivere certe oscenità.”
(Federico@12:11)
Federico dei miei capperi, se io avessi scritto quelle cretinate scritte da Langone e riprese dal tuo amico Franti, mi avresti subissato di improperi ritenendomi un’ eretica all’ennesima potenza.
Adesso che le vere gigantesche cavolate vengono dal Franti, dici a me che ho scritto “certe oscenità” ?! Altro che oscenità ! Erano solo delle caramelline in confronto a quello che avrei voluto dirgli.
So bene che l’imparzialità non abita in casa tua, ma il fatto è che né tu né quell’altra ineffabile signora che ogni tanto si affaccia solo per dire cretinate che hanno l’esclusiva nella sua bocca, quando vi proponete come cristiani state mistificando il cristianesimo. Per cui ho tutto il diritto di dire che dovreste vergognarvi e vergognarvi e ancora vergognarvi. Chi la pensa come voi ha capito meno di zero della nostra religione. Allora vi proporrei seriamente di parlare di meno e di informarvi di più, molto di più.
I cristiani come voi sono una farsa imbecille e ridicola.
Non è degno di dirsi cristiano chi ritiene che le parole di Gesù fossero rivolte solo al suo popolo (ebraico, fra l’altro) e ad una comunità, e non avessero valenza universale.
Delle due l’una: o ritenete Gesù solo uomo, uno fra i tanti profeti, e allora si potrebbe anche ammettere che parlasse solo per pochi–e voi però sareste degli eretici, e la nostra religione sarebbe proprio come tante altre ( e quindi vi dareste la zappa ai piedi)– o lo ritenete Uomo e Dio. e allora non può essere–proprio non può– che Dio abbia parlato per pochi suoi figli e non per tutti gli uomini, che tutti sono suoi figli. E solo su questi presupposti si può dire che la religione cristiana ha molto di più rispetto alle altre.
In che cosa consisterebbe, altrimenti, il surplus della nostra religione, che ogni tanto vi affannate a difendere pur senza cognizione di causa?
Questo concetto semplice semplice lo capisce anche un bambino che stia cominciando a masticare un po’di religione.
La verità vera è che voi, come sempre ho detto, non adorate Gesù nella sua divinità, ma adorate la Chiesa istituzione e il Magistero; guardate il dito e non la luna. La religione cristiana per voi si identifica esclusivamente con i papi( ma non tutti, per carità!),con i riti, con le formalità, con i bla bla bla.
Io ho il coraggio, e me ne vanto, di rivendicare in pieno i valori universali che costituiscono l’essenza della mia religione. E di metterli davanti agli occhi di chi, come il Franti ma anche come voi che vi affrettate a difenderlo per partito preso, dice, sì, delle oscenità, ma di quelle vere.
Voi no, non ne siete capaci. Siete dei pusillanimi.
Sei di cattivo umore? Posso darti un consiglio sincero?
http://www.piaceridipatata.it/
Domani ricorre una festa importante per la Diocesi Ambrosiana. (Dai Vespri in poi come prevede il rito ambrosiano), si celebra la memoria del Beato Card. Schuster…
Spero di riuscire ad andare in Duomo a Milano per la funzione religiosa presieduta dal vicario generale della mia Diocesi.
È una figura di grande attualità quella di Schuster, soprattutto in tempi di conflitti/guerre nel mondo.
Egli può essere un faro.
@Federico
Per il Governo Renzi le cose non si mettono bene, la copertina odierna de L’Economist ne è indizio…
Ciò mi dispiace molto, pur avendo io un sentimento di “odi et amo con il premier”…Purtroppo l’Italia continua ad essere in uno spirale negativa e ciò non è buono.
Saluti cari, io vado allo Stadio a vedere l’Inter…C’è bisogno di distrazione.
“ma adorate la Chiesa istituzione e il Magistero”: Ho scoperto, anche se già lo sospettavo, che ai vescovi (Avvenire è dei vescovi) il Vangelo sta sui coglioni”
Fortuna, se non la adoravano ci buttavano il napalm sulla Chiesa istituzione…
Pure in un post in cui si parla di un giornalista scemo che da dei rincoglioniti ai vescovi riesce a tirar fuori il baciapilismo, è un caso disperato.
Che simpatia Sara “ragazza sveglia”! Mia cara, è del tutto inutile che tu ricorra alle volgarità perché intanto non fai presa neanche un po’. Credi di essere disinvolta, ma sei solo scurrile e ridicola.
Qui i baciapile (termine che tanto ti disturba, chissà perché) si evidenziano da soli. Non c’è bisogno che io li indichi.
Sono quelli che parlano del Cristo in modo FALSATO e però adorano e idolatrano Istituzione e Magistero; e credono e sbandierano ai quattro venti di essere cristiani. Tu hai qualcosa in comune con loro anche se inorridisci di fronte a certe affermazioni di quel tale giornalista.
E ti contraddici in maniera patologica. Dovresti imparare ad essere più coerente. Ma dubito che ci riuscirai.
Aveva ragione Gandhi nel dire che, pur ammirando il Cristo, non sarebbe diventato mai cristiano a causa della non credibilità dei cristiani.
Ogni giorno che passa si scopre che di veri cristiani ce ne sono pochini.
Se adorassero Magistero e Istituzione ascolterebbero Papa Francesco invece difendono l’idea di quello che secondo loro dovrebbe essere il magistero che mi pare cosa ben diversa.
Semplicemente attaccano la Chiesa da destra.
Per il resto non serve partire sempre lancia in resta è solo un articolo di un giornalista qualsiasi, parliamoci su senza che sia questione di vita e di morte.
Sei fuori strada e ti spiego perché, anche se credevo non ci fosse bisogno di spiegazioni.
Questi signori non ascoltano papa Francesco perché lo vedono troppo diverso dai soliti papi, non si sentono rappresentati da chi guida la Chiesa dicendo parole in gran parte nuove e, soprattutto, atteggiandosi in modo nuovissimo. Loro fanno riferimento quasi eclusivamente ai papi precedenti e ai documenti magisteriali del passato.
Quello che dice questo Papa è sempre fatto oggetto di critiche proprio da quei cristiani fasulli che del messaggio reale del Cristo non hanno capito un bel niente.
Non ti rendi conto che non vedono l’ora che questo Papa se ne vada il più presto possibile? Non riesci a vedere ciò che anche i più miopi vedono?
Davvero non riesci a capire che la religione cristiana è stata ideologizzata anche in chiave politica?
A me, tutto sommato, poco importa di quel che dice un Langone qualsiasi.
Mi fa arrabbiare però, e anche tanto, che venga stravolto in modo vergognoso il messaggio del Cristo, per cui certi si dicono cristiani, mentre non lo sono affatto se ribaltano le carte in tavola a tal punto che il cristianesimo risulta una religione ben diversa da quella che realmente è.
Mi fa arrabbiare l’ipocrisia di chi esibisce il patentino di autenticità del suo cristianesimo, mentre la religione cristiana è per loro tutta formalità e si identifica con l’adorare il Tempio e i riti. Mentre Gesù Cristo ha insegnato tutt’altro. Ma lo hanno mai letto il Vangelo? Sono partiti da lì o dai documenti magisteriali che bene o male lo interpretano? Temo che sia proprio così.
E costoro più di una volta pretendono, come novelli farisei, di giudicare, anche sarcasticamente ( vedi l’ineffabile Franti, di cui ti invito a rileggere, cara Sara, un paio di post che lasciano esterrefatti), quelli che non sono allineati con la loro religiosità di pura facciata.
Come vedi– ammesso che lo veda– la questione non è da prendere sottogamba, e mi meraviglia non poco che qua, un blog frequentato da sedicenti cristiani, la sola voce critica sia stata la mia.
Tu ne hai solo accennato, salvo poi indirizzare a me le tue critiche.
Un menefreghismo del genere di fronte ad un tema così importante non me lo sarei mai aspettato. La dice lunga su certo cristianesimo.
A parte che l’inquisizione non c’è più e se vogliono vivere il cristianesimo in modo conservatore o reazionario non vedo come si possa impedirlo, quelli del Foglio attaccarono anche Benedetto per la questione di Assisi e per la beatificazione di GPII e hanno sempre avuto una posizione diversa su guerra immigrazione o altro.
Se invece di fare tutti questi discorsi aiutasse a capire che il magistero e’ diverso e basta da Langone (che parla solo per se) a parere mio sarebbe molto più utile però andrebbe in crisi l’idea romantica che lei è contro e quindi più avanti più forte ecc. Ecc.
Non dovrebbe essere una gara ma un aiutarsi reciproco a crescere nella fede e a sentirsi comunità porgendo la mano a quelli che si sentono (per vari motivi) fuori.
Parere mio.
E poi come erano i soliti papi? In vita mia Paolo VI Giovanni Paolo I Giovanni Paolo II Benedetto.
Che hanno fatto di così diverso da Francesco?
Frustavano la gente? Bruciavano gli eretici?
Ma dai…
In quel mondo nessuno vuole che il Papa “se ne vada il più presto possibile”, se non per cause naturali che non si augurano a nessuno (e che certo i buoni cattolici non augurano al papa), per diverse ragioni. Due fra tutte: non vogliono che la “rinuncia” diventi prassi abituale e temono che il successore possa essere ancora più radicale e distante dal ruolo “tradizionale” di pontefice. Papa Francesco riceve alcune critiche, ma non è visto come l’Anticristo che abbatterà la Chiesa, anzi anche i più critici tradizionalisti, anche coloro che non lo amano, possono riconoscere in lui un pastore appassionato e di profonda fede.
Insomma Federico in alcuni siti si è molto vicini al sedevacantismo.
In realtà i conservatori magari borbottano ma poi sono abituati a fidarsi del Papa io apprezzo questa attitudine, penso che molti siano capaci di una lealtà che va anche contro i propri ” desideri”.
Però anche Marilisa deve capire che non ha senso il suo continuo appello alla ribellione e al far da se’.
A chi sta scivolando nel sedevacantismo e in pratica non riconosce più come legittimo l’attuale Papa che cavolo continui a dire a fare ribellati????
Non mi pare difficile da capire e invece ogni volta…
Sul tema evocato da Federico (augurarsi la morte del papa), vorrei ricordare una testimonianza del professor Alberigo. La riporto da un articolo di Magister: «Alberigo, in un’altra intervista a “la Repubblica”, ha ricordato che nel 1953, nella sua casa di Bologna, un monaco benedettino suo ospite, “pio e assai famoso”, invitava lui e la moglie a pregare per la morte di Pio XII – poi avvenuta nel 1958 – e spiegava: “Ora il Santo Padre è un peso per la Chiesa, preghiamo perché il Signore se lo prenda presto”». Si sa anche chi era il monaco in questione: un personaggio molto autorevole e molto spirituale del “progressismo cattolico” di allora. A me questa cosa ha sempre fatto molta impressione, ma a voi magari sembrerà veniale, se non addirittura quasi buona, venendo “da sinistra”. N’est-ce-pas?
Sara,
hai mai sentito certi mariti lamentarsi pesantemente delle mogli (ma anche viceversa) e poi rimanere sposati per cinquant’anni?
Quando si ama la moglie in quanto tale (in questo caso quando si “adora la Chiesa istituzione e il Magistero”) non si va oltre al mugugno e allo sfogo occasionale con gli amici.
Quanto al povero Benedetto XVI, avemmo perfino un cardinale che profetizzò (solo?) la sua morte entro 12 mesi. Ricordate quella “strana” vicenda?
Invece, a quanto pare, i tradizionalisti tanto cattivi non hanno fatto, almeno finora, niente del genere. Immagino che pensino che se Dio ha permesso un papa tanto inadeguato per i bisogni della chiesa e del mondo di oggi, una ragione ci sarà e che lo si debba sopportare umilmente e pazientemente.
Dom Leclercq Franti, citato (piu volte) e apprezzato anche da Benedetto.
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2008/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20080912_parigi-cultura_it.html
Vero Federicoi infatti per la maggior parte delle persone e’ così (fortunatamente)
Franti ha ragione. Lo stesso avvenne nei confronti di Benedetto XVI più o meno sempre dagli stessi ambienti. Nel campo avverso queste cose sarebbero inimmaginabili.
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2009/300q05a1.html
Io per dire questi autori li adoro, ho amato Benedetto proprio perché ha dato modo di riscoprire i grandi maestri del pensiero.
È Leclercq mostra ciò che Marilisa non riesce a capire: si può amare il sapere e il
Passato non per passafieno e bigottismo.
Fine un saluto a tutti.
@Franti,
quel tale pio e famosissimo monaco non è per caso lo stesso per il quale l’Arcidiocesi di Bologna non ha ancora iniziato il processo di beatificazione nonostante le incessanti preghiere dei suoi venerandi confratelli?
Federico
“In quel mondo nessuno vuole che il Papa “se ne vada il più presto possibile”, se non per cause naturali che non si augurano a nessuno ”
Non direi proprio che sia così: in un commento di un sito che ora sta scivolando come direbbe Sara nel sedevacantismo un tipo alla notizia che il papa non andava al Gemelli perchè aveva mal di testa commentò speranzoso “il mal di testa può essere sintomo di emorragia cerebrale” il commento non è stato mai cancellato. Che dire poi dei farneticanti che vedono sempre sullo stesso sito nella morte dei parenti del papa, pardon del vdr, un castigo e un ammonizione di Dio al vdr perchè ritorni sulla retta via?
sono solo alcuni esempi
Sara1, io sapevo un altro nome. E comunque non lo spiattellerei mai, perché la cosa mi è sempre parsa troppo brutta. Non è comunque il nome a cui penso che pensi Federico.
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_B3.bisettimanale?tema=Bisettimanale&argomento=dettaglio&sezione=&data_ora=01/10/2008&id_oggetto=159113&id_session=2142&password=CDHINOCDxyOQFHDFEGFHCErsnn
L’avevo sentito raccontare da Melloni. (Non si se sia vera)
Bisogna riconoscere allora che ce n’era più di uno, pio e famoso, ad avere intenzioni di preghiera tanto riprovevoli.
Qui si è passati da un tema ad un altro con molta disinvoltura.
A Sara1, che pare aver perso la bussola dell’intelletto per le stupidaggini che ha scritto ( Inquisizione etc…), dico solo che io non ho mai ( mai!!) incitato alla ribellione, e dico pure –dato che non ha capito o non ha voluto capire–che l’espressione “i soliti papi” significa semplicemente: quelli che si comportavano nello stesso identico modo, che si esprimeva in atteggiamenti, per dir così, ieratici, propri di chi si mette ben al di sopra del “gregge” dei fedeli. Non c’è chi non veda che il Papa attuale è ben diverso.
Fraintendere, come fa l’amabile Sara, è malizioso e fuorviante.
Ed è da tontoloni fraintendere come fa il candido Federico che dice: “Quando si ama la moglie in quanto tale (in questo caso quando si “adora la Chiesa istituzione e il Magistero”) non si va oltre al mugugno e allo sfogo occasionale con gli amici”.
Che cavolo di paragone è, Federico? Qua, mio caro, si parla della fede in Gesù Cristo e nelle sue parole. Se si stravolgono, crolla la religione cristiana.
Altro che “moglie” e “mugugno” !!
Non so di siti sedevacantisti perché io, non avendo tempo da perdere, non ho l’abitudine di girare per il web. Questo blog è l’unico sito che conosco e frequento. Mi è bastato ciò che ha detto una volta discepolo un po’ scherzosamente e un po’ sul serio. E mi basta, ed avanza, sentire certe frasi irripetibili e denigratorie da parte dei soliti due ( indovina chi?).
Riportando la palla al centro, il mio discorso, molto convinto, è partito da alcune frasi del Franti: “amare “il prossimo” (non per nulla la Scrittura parla così: e non intende genericamente “gli altri”, ma “quelli che tocchiamo”, quelli che ci sono così vicini che entrano nella sfera della nostra vita)…
E un po’ più in là lo stesso signor Franti dice ancora:”Notare un particolare sublime: non c’è in tutta la parabola neanche mezza parola sugli eventuali sentimenti compassionevoli del Samaritano, su quanto si è commosso o non commosso. Niente pietà, niente commiserazione, niente buonismi di nessun genere. Niente “vergogna, vergogna vergogna”.
Acc…che sublimità!! Questi passaggi li ho ritrovati per caso (?) grazie a due link della zelantissima Sara che rimandavano a quanto dice un certo giornalista “brillante”, che sta nelle grazie del Franti, e che, pur essendo cattolico, sostiene lo stesso concetto eretico. Davvero ERETICO. A tal punto che stravolge l’essenza del cristianesimo.
Questo io ho confutato e tuttora confuto. Dico cioè che chi parla così, non può dirsi cristiano.
Io non ho mai parlato, a questo proposito, né di tradizionalisti né di progressisti, né di destra né di sinistra.
Se Sara o qualcun altro hanno allargato il discorso a proprio piacimento, la cosa non mi riguarda se non in quanto hanno ritenuto di rivoltare, in un certo senso, la frittata contro di me. Sara, fra l’altro, ha dimostrato una incoerenza degna dei migliori arrampicatori sugli specchi, che non sanno a che cosa appigliarsi.
Osservo solo, confermando ciò che ho già detto, che i veri eretici si ritrovano fra coloro che accusano di eresia quelli che non sono allineati sulle loro posizioni e che spesso vengono derisi come “progressisti” di bassa lega.
“Benedici, o Signore, chi non mi perdere tempo”.
(cit.)