“Mistero della donna” è un’espressione creativa di Benedetto nell’omelia della messa celebrata ieri in uno stadio di Yaoundè, in Camerun: “San Giuseppe è stato lo sposo di Maria. Anche ogni padre di famiglia si vede confidare il mistero della donna attraverso la sua propria sposa”. Per cogliere il senso biblico di quelle parole occorre aver letto il discorso ai “primi vespri” del giorno precedente, nella Basilica di Maria Regina degli apostoli di Yaoundè, dove – sempre con riferimento alla festa di San Giuseppe – Benedetto aveva svolto questa riflessione incentrata sulle parole “mistero” e “donna”: “Quando Maria riceve la visita dell’angelo all’Annunciazione è già promessa sposa di Giuseppe. Indirizzandosi personalmente a Maria, il Signore unisce quindi già intimamente Giuseppe al mistero dell’Incarnazione. Questi ha accettato di legarsi a questa storia che Dio aveva iniziato a scrivere nel seno della sua sposa. Egli ha quindi accolto in casa sua Maria. Ha accolto il mistero che era in lei e il mistero che era lei stessa”. E più avanti: “Giuseppe ha infatti vissuto alla luce del mistero dell’Incarnazione. Non solo con una prossimità fisica, ma anche con l’attenzione del cuore. Giuseppe ci svela il segreto di una umanità che vive alla presenza del mistero, aperta a esso attraverso i dettagli più concreti dell’esistenza”. Dedico alle sorelle del blog queste parole di Benedetto sul “mistero della donna”. Per considerazioni più generali sul viaggio papale ecco un mio articolo apparso oggi su Liberal, che è richiamato in prima pagina con il titolo “Il rumore sui preservativi, il silenzio sull’Africa”: http://www.liberal.it/primapagina/accattoli_2009-03-20.aspx
Benedetto sul “mistero della donna” confidato all’uomo
30 Comments
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Mysterium magnum.
Vedi, non è che ce l’abbia con gli ebrei, ma non tollero il disprezzo giudaico – talmudico, per l’esattezza – verso la Vergine. Almeno i musulmani Le riconoscono, se non la concezione immacolata, il concepimento immacolato. Concepimento preceduto dall’annunzio dell’arcangelo Gabriele, come precisa la sura XIX del Corano, a Lei dedicata. Se non l’hai ancora letta, leggila. È d’una bellezza struggente.
Perciò m’arrabbio, quando penso ai “fratelli prediletti” di GPII ed ai fratelli negletti da BXVI e dai suoi predecessori. Prima del Vaticano II, quanto meno, erano negletti gli uni e gli altri. Avremmo tutto da guadagnare (in termini spirituali, sebbene tutto da perdere – visti i tempi – in senso materiale), affratellandoci ai musulmani.
Ave Maria,
concepita sine macula,
concepisti sine masculo.
troppo si dice su Giuseppe,
laddove i Vangeli dicono quasi nulla.
Perchè questo bisogno di riempire gli spazie di silenzio del vangelo?
Giuseppe non mi sembra proprio il modello di “prossimità” di una sposa,
se diversamente fosse,
si entrerebbe nella categoria di asessualità.
Giuseppe compie il disegno di Dio senza avere prossimità con Maria.
Uno stranissimo modello per due coniugi che amano approssimarsi anche con il corpo ovverso sessualità.
Benedetto,
non fa molta chiarezza, anzi, fa molta più confusione.
Infatti qualcuno già pensa alla non necessità dio fare figli con un masculo,
perchè con un masculo si produce “macula”, è peccato….
La so’.
Posso sembrare provocatorio e non intendo esserlo affatto.
Guarda caso,
tanto con l’affaire condom, che con Giuseppe si tocca il nervo scoperto della sessualità.
Se Maria (la senza macchia) è modello di donna e madre e di non rapporto sessuale nel matrimonio,
logica conseguenza………
chi è causa del suo mal pianga se stesso….
fate vobis……
Lascerei soltanto al Vangelo parlare di Giuseppe,
perchè aggiungere parole su parole ???
Maria come Giuseppe ci fanno passare dalle realtà penultime, come il sesso ma non solo, a quelle ultime, al mistero di un dialogo tra i Tre, Padre – Figlio e Spirito che ci coinvolge ed avvolge, un dialogo che già qui, nel nostro ora, possiamo sperimentare e vivere a partire dall’umanità di chi ci sta accanto, che amiamo di amore fraterno o di amore particolare come una sposa, uno sposo, una comunità. L’idea che Gesù abbia affidato ad una donna e ad un contemplativo, Giovanni, l’umanità e ciascuno di noi allarga il mio pensare, il mio amare, il mio credere e sperare….
A me Giuseppe invece fa pensare solo ad un uomo che sa seguire i suoi sogni. Due Giuseppe, un nelll’Antico e l’altro nel Nuovo, entrambi legati in qualche modo ai sogni, alla capacità di fidarsi di essi, di seguirli, di non stare troppo con i piedi nella realtà.
Anche Maria si fida di un annuncio ed anche su di Lei si dice troppo rispetto a quanto si dovrebbe.
La macchia è il peccato, non il sesso, non c’entra nulla, non potrebbe, non avrebbe senso perchè per gli ebrei (come Maria e come Cristo, Asno, stai attento a quel che dici) non era un valore la verginità.
Maria nasce dicevo senza peccato, la festeggiamo per quello (anche se, ad essere sincera non mi è mai piaciuta questa idea che fosse diversa da noi fin dalla nascita, non mi ha mai convinta, mi sembra incoerente con la rivelazione cristiana).
La verginità invece serve a dire che Gesù non è figlio d’uomo, e con il peccato non ha alcun legame.
Purtroppo poi il cristianesimo ha fatto un sacco di confusione tra i due termini ed ha usato questa confusione per fomentare ogni sessuofobia nei secoli. Ma se così fosse dovremmo continuare a considerare il matrimonio come “riparatore”, un cerotto sull’incontinenza umana. Che triste modo di svalutare l’operato di Colui che “maschio e femmina lo/li creò”.
Don Luca, con tutto il rispetto e senza ombra di ironia, il sesso non è affatto una realtà “penultima”, almeno per il 99,99% degli uomini su questa terra, da sempre. Tanto è vero che non si smette mai di parlarne e di rifletterci su, tanto è vero che gli ebrei che hanno scritto il Vangelo hanno sentito il bisogno di escluderlo, in una logica molto ebraica per quel poco che ne so, dal rapporto fra i genitori di Gesù.
Luigi, mi è piaciuito il tuo articolo, col richiamo a guardare all’Africa e non solo al preservativo.
Per quanto riguarda la figura di Giuseppe, ricordo di avere letto, tanti anni fa, il bel romanzo di uno scriottore polacco (di cui non riesco a scrivere il nome: Dobrazinskji o giù di lì), ititolato “L’ombra del Padre”. Giuseppe è l’uomo che asccetta di restare nascosto, di essere solo l’ombra di Dio: una riflessione sulla sua figura ha quindi senso (non ceto per svalutare la sessualità). Ricordo che Giovanni XXIII fece introdurre la menzione di san Giuseppe nelle peghiere e ne promosse il culto.
A Leopoldo: tutte le realtà terrene, per quanoto ricche di significato (e rivalutate dal Concilio), sono “penultime” in rapporto a quelle “ultime”, ossia al regno escatologico. Non per svalutarle, ma per coglierne il significato in rapporto al Regno.
Struggenti e poetiche le parole iniziali della preghiera ortodossa
alla Santissima Vergine
“Del buon Re buona Madre
tuttasanta (“Panaghia”) e benedetta Madre di Dio (“Theotokos”)
effondi la grazia del tuo figlio
sulla mia anima piena di passioni……”
Nella tradizione bizantina Maria viene anche detta
“dimora dell’incontenibile”, “più vasta dei cieli ” (Platytera”)
Un inno bizantino dice
“il tuo grembo è più vasto dei cieli
poichè Colui che i cieli non possono contenere
tu hai portato in grembo
o Theotokos”
e un altro
“Le sue mani portano l’Eterno
e i suoi ginocchi sono un trono
più sublime dei cherubini”
per quale altra donna sono state scritte parole
così poetiche?
Caro Luigi,
purtroppo non riesco ad accedere al link che ci hai segnalato, forse il collegamento e’ cambiato. Speravo di avere, come con il post di ieri, una visione bella, convincente e controcorrente del messaggio del Papa in Africa, mentre ancora oggi i giornali insistono su questioni (aborto favorito dall’Onu, anatemi, condanne) che, pur importanti, non mi sembrano essenziali laggiu’ e qui in un momento come questo.
Mi chiedo: c’e’ un modo per evitare che ogni intervento/discorso venga ricondotto mediaticamente al “tritacarne” della morale sessuale, escludendo tutto il resto?
E’ ipotizzabile una specie di “silenzio” volutamente scelto su queste questioni, non per eluderle ma semplicemente per lasciare spazio agli altri messaggi?
Oppure questa e’ la condanna del nostro tempo e, per rendere conto in qualche modo della ragionevolezza della fede, saremo costretti a scavalcare muri sempre piu’ alti eretti anche da persone non pregiudizialmente ostili?
Come ci piacerebbe che tu fossi il portavoce/consulente ufficiale della sala stampa vaticana….
Un caro saluto
Giuseppe S. prova con questo link … e poi scarica la 1° pagina e poi l’11°
http://www.liberal.it/2009/03/2009-03-20.aspx
Secondo un sacerdote vietnamita
Secondo un sacerdote vietnamita, padre Khoat, Giuseppe Siri sarebbe stato legittimamente eletto papa il 26 ottobre del 1958 nel conclave successivo alla morte di Pio XII. Le tesi di Khoat si basano sul fatto che, durante il conclave del 1958, la sera del 26 ottobre del fumo bianco si levò ininterrotamente per cinque minuti dal camino della Cappella Sistina, indicando che il nuovo papa era stato eletto, aveva accettato la nomina e aveva scelto il nome. Sempre secondo Khoat, Siri avrebbe assunto il nome di Gregorio XVII [1].
Quello stesso giorno, alle 18, la notizia venne annunciata con gioia dalla Radio Vaticana. Padre Pellegrino, speaker della Radio Vaticana, disse: “Il fumo è bianco, non c’è alcun dubbio. Il Papa è stato eletto”. Fu ordinato alle guardie svizzere di uscire dalla caserma e di prendere posizione per l’imminente apparizione del Papa alla loggia delle benedizioni. Nonostante la folla in trepidante attesa in piazza San Pietro, la finestra della loggia centrale della basilica non si aprì. Il principe Sigismondo Chigi, maresciallo del conclave, telefonò allora al segretario del conclave, monsignor Santoro, che era all’interno, per chiedergli in che modo dovesse essere interpretata la fumata. Santoro diede ordine al principe di notificare che “il fumo era bianco”. Padre Pellegrino, mezz’ora dopo, ai microfoni della radio commentò: “Non è possibile rimuovere l’impressione del fumo bianco in 300.000 persone, la causa dell’errore deve essere ricercata altrove” [2].
Alcuni minuti dopo la fumata divenne nera [3]. Secondo l’articolo era stata diffusa una nota proveniente dal conclave dove si confermava la fumata bianca e l’elezione del papa. Secondo alcune indiscrezioni, Siri era stato eletto papa al quarto ballottaggio del 26 ottobre, primo giorno di conclave, elezione a cui seguì una violenta protesta da parte dei cardinali riformatori, che si alzarono in piedi minacciando di voler costituire una chiesa scismatica se l’elezione di Siri fosse stata annunciata pubblicamente. Siri, allora, avrebbe replicato: “Se non mi volete, eleggete un altro”. Tale dichiarazione fu accolta come una volontà di abdicazione. Tuttavia, secondo il diritto canonico, l’abdicazione valida del pontefice deve essere un atto libero. Di conseguenza, le dimissioni forzate dovrebbero essere considerate nulle. La notizia dell’elevazione al papato di Siri, corredata da un’ampia documentazione, venne inserita in un dossier compilato dal Federal Bureau of Investigation il 10 aprile 1961, dossier rimasto segreto fino al 1994. Il primo a leggere quel dossier fu Paul Williams, ex consulente dell’FBI, che pubblicò un fascicolo intitolato “The Vatican Exposed”, nel quale documentava di aver esaminato alcuni rapporti dell’FBI che confermavano la notizia secondo la quale l’intelligence USA era al corrente che Siri era stato eletto papa il 26 ottobre 1958 e che aveva assunto il nome di Gregorio XVII. Secondo questo rapporto, Siri venne legittimamente eletto papa, accettò la nomina e scelse il nome, ma i cardinali dell’Europa dell’Est imposero a Siri di rinunciare al papato in quanto la sua elezione “avrebbe causato gravi disordini e l’assassinio di diversi vescovi dietro la Cortina di Ferro”.
Nel 1987 la questione ebbe una certa eco sulla stampa dopo la comparsa di un articolo del giornalista Louis Hubert Remy. Dopo aver intervistato Siri a Genova, Remy pubblicò un lungo articolo intitolato: “Il Papa potrebbe essere il Cardinale Siri?”. Nel 1990 il giornalista Malachi Martin parlò dell’elezione di Siri durante il conclave del 1958 nel suo libro “Keys of this Blood”. Nell’edizione del settembre 2004 del notiziario “Inside the Vatican” [4], padre Charles-Roux affermò che l’elezione di Angelo Roncalli il 28 ottobre 1958 fu irregolare per il fatto che il papa legittimo era Siri, eletto due giorni prima. Sempre secondo questo studio, Roncalli scelse appositamente l’inconsueto nome di un antipapa (Giovanni XXIII) allo scopo di indicare che qualcosa di irregolare era avvenuto nel conclave. Il 18 maggio 1985 padre Khoat e Louis Hubert Remy vennero ricevuti dal cardinale Siri a Genova.
Durante l’udienza, Remy domandò a Siri se era vero quanto si diceva circa la sua elezione a papa nel 1958. Secondo i presenti all’incontro, Siri “stette per lunghi attimi in silenzio, quindì alzò gli occhi al cielo con un senso di sofferenza e di dolore, unì le mani, e, pesando le parole con gravità, disse: Sono legato dal segreto. Questo segreto è orribile. Potrei scrivere libri sui diversi conclavi. Cose molto serie sono accadute in quelle occasioni. Ma non posso dire nulla. Questa teoria è sostenuta da alcuni sedevacantisti, ovvero da quei cattolici che non considerano valide le elezioni da Giovanni XXIII all’attuale pontefice Benedetto XVI. Nel libro di Benny Lay “Il Papa non eletto” è ricordato il fatto che Siri, sia nel conclave del 1958 che in quello del 1963, aveva ricevuto da parte del cardinale Ignace Gabriel I Tappouni l’offerta di candidarsi a pontefice, che Siri avrebbe rifiutato. Nei due conclavi del 1978 gli mancarono pochi voti per poter essere eletto. Nella sua ultima conversazione con Benny Lai, il 18 settembre 1988, Giuseppe Siri lasciò intendere la sua amarezza per ciò che la Chiesa era diventata dopo la morte di Pio XII. Lo fece indirettamente chiedendo perdono a Dio per non avere accettato la candidatura nei conclavi a cui aveva partecipato: “Ho fatto male perché avrei evitato di compiere certe azioni… Vorrei dire, ma ho timore a dirlo, certi errori. Quindi ho avuto un grande rimorso e ho chiesto perdono a Dio. Ho commesso un errore, e oggi lo capisco. Spero che Dio mi perdoni” [5].
@Leopoldo
Caro Leopoldo, mi permetto di sottolineare che cosa ci aspetti al di là della morte non è questione, di sondaggi nè di democratica decisione. Il Paradiso dei nostri amici mussulmani contempla il sesso ed altri piaceri molto terreni ma per un cristiano le cose stanno in termini diversi. Mi dispiace che la nostra attenzione ed i nostri dibattiti si concentrino sempre e solo su sesso e dintorni. Mi pare un impoverimento notevole ed un “furto” del nostro futuro, più o meno prossimo. A me piace l’idea di lavorare per portare con me un tesoro che nè tignola nè ruggine consumano, l’amore sostanzialmente. Che si dona e manifesta anche nel sesso, certamente, ma non solo. Qualcuno se ne scorda e l’oceano di solitudini che vivono tanti uomini e donne sta lì, credo, a ricordarcelo. Giuseppe, come Maria, vengono – penso – a bussare al nostro cuore con la domanda: che ne stai facendo delle realtà ultime?
Carissimo Don Luca, per me le realtà ultime nascono e finiscono con la vita e nella vita terrena. Esprimere le proprie idee rispettando quelle degli altri, come hai fatto tu con me, è una dote ormai rara. Non foss’altro che per questo, ti ringrazio.
Affus, questa storia dell’elezione di Siri l’avevo riferita qui prima io, tempo fa!
Non rubarmi gli scoop, please. 🙂
A parte le ricostruzioni di fantasia, vorrei dirvi che ieri sera ho assistito a una splendida catechesi di Rino FIsichella sulla Lettera paolina ai Galati, la stessa citata in ultimo da Benedetto (ai seminaristi romani e ai vescovi sul caso Lefebvre).
Di persona, don Rino è anche affabile, molto sciolto, non ha nulla della distanza o dell’affettazione che in genere si attribuisce agli alti dignitari ecclesiastici.
Eravamo una cinquantina di persone, non troppe, ma nemmeno pochissime, vista l’ora e il giorno.
Certo, resta evidente un dato: la mia generazione nelle parrocchie praticamente non c’è, si passa dai 60/70enni ai ventidue/ventitreenni, con non troppe eccezioni nel mezzo.
Ora ci inventiamo qualcosa.
Interessante questa storia di Siri. E poi c’è chi sostiene che nella Chiesa non operi lo Spirito santo. Se non è stato un miracolo quello…
Per chi ama questo genere di cosa: si narra che nel conclave del 1549 per un voto non venisse eletto il card. Reginal Pole, ultimo arcivescovo cattolico di Canterbury e favorevole alla ricomposizione con i protestanti. Nel conclave, durato 10 settimane, morirono ben due dei 5\ cardinali partecipanti. Pochi anni dopo salì al trono papale Gian Pietro Carafa, Paolo IV a il Pole fu addirittura costretto a ritirarsi in un monastero perché sospettato (dal suo potente rivale) di eresia. Se le cose fossero andate in modo diverso, forse ora non ci sarebbe la divisione tra cattolici e protestanti.
Massimo, lo Spirito Santo temeva un 13.05.1981 ante factum.
Su questo mi zittisco. Già fare ipotesi su intenzioni e disegni di vescovi cardinali e papi è piuttosto difficile, ma immaginare addirittura le mosse preventive dello Spirito è decisamente un po’ troppo per la mia fantasia.
“la mia generazione nelle parrocchie praticamente non c’è”
A Milano stasera il Cardinale Tettamanzi terrà una lettura su
Montini e su alcune parole pronunciate da lui quando era ancora
cardinale il 21/12/1958 nel duomo di Milano.
Il Corriere della Sera ne anticipa alcuni estratti.
“Montini è alieno dai luoghi comuni , dalle consolazioni facili.
ben consapevole della scristianizzazione della città, ne parla con lucidità inusuale a quei tempi “Non illudiamoci con formule fatte: che tutti sono buoni, che tutti sono cattolici, che – tanto- il Signore li salva tutti”. Oggi gli uomini pensano Cristo, dice , come “un mito, un’idea, una figura ingrandita e convenzionale, insomma un fantasma”
Continua Tettamanzi dicendo che Montini “fuggiva le banalità devozionali scavando con rigore nei problemi degli uomini di oggi perchè convinto che
“l’uomo moderno se vuol essere coerente con la sua stessa razionalità,
dovrà tornare religioso”.
Spero siano in tanti stasera a sentite Tettamanzi e attraverso lui Montini.
“L’uomo moderno se vuol essere coerente con la sua stessa razionalità,
dovrà tornare religioso”.
Paolo 6°, una spanna sopra Bonhoeffer (con tutto il rispetto!).
Lyco, mettermi contro Montini e Bonhoeffer è proprio un colpo basso!
MI consolo pensando che usassero il termine “religioso” in un’accezione diversa.
Ero sicuro che l’avresti notato.
Un abbraccio!
Anche nella quaresima, un sorriso fa bene,
accompagnato da una riflessione molto bella che ricorda don Peppino Diana
http://www.gioba.it/?cat=4
Su Tettamanzi che legge Montini,
spero che qualcuno possa fornirmi a posteriori, un eventuale sito che fornisce tutto l’intervento di Tettamanzi, gliene sarei grato.
Affus, non riciclare vecchie bufale come quella sulla presunta elezione di Siri, già smdentita mesi fa sul suo sito da Andrea Tornielli (che non è “progressista”). A qualcuno interessa seminare zizzania.
Tranquillo Raffaele: una zizzania di tal fatta non la beccano neanche gli allocchi allampadati ma solo quelli affusolati.
per Matteo, notizie da Milano
Il cardinale Tettamanzi ieri sera non ha fatto l’ annunciata lettura su Montini in Duomo, perchè , riporta il Corriere,” scosso ”
dalla morte di Don Caccia, il sacerdote trovato carbonizzato
nella sua auto,in un autogrill della Milano- Venezia, non si sa ancora se per una disgrazia o per altro .
Pare che il cardinale abbia dichiarato”la morte tragica del sacerdote fidato e stimato collaboratore ha messo a dura prova la mia stessa fede”.
Conoscevo anch’io don Caccia, che mi aveva invitato tre volte a tenere incontri ambrosiani per famiglie, a Rho e a Triuggio. Gli volevo bene ed ero ammaestrato dal suo disinteresse e dalla vicinanza evangelica che sapeva esprimere – da celibe – per le vicende buone e cattive degli sposati. Anche per me la sua morte è un mistero. Il mistero è sempre una prova.
Sono grato per la condivisione del dolore del vescovo Tettamanzi, in questo modo non è un giallo da mass-media, è la realtà di una persona a cui diverse persone erano affezionate.
E’ importante questa condivisione che ci rende tutti più umani.
Grazie a Discepolo e a Luigi.
Anch’io avevo sentito parlare (e molto bene) da amici e colleghi milanesi della figura di Don Caccia e la notizia della sua tragica morte m’ha francamente sconcertato.
Provando a “virare” verso uno spazio di buonumore, grazie a Matteo per la pubblicazione della vignetta di Gioba, sempre divertente.
Affus, te ne “vendo” un’altra: Elvis Presley è ancora vivo.
Un saluto a tutti.
Roberto 55
“Pare che il cardinale abbia dichiarato”la morte tragica del sacerdote fidato e stimato collaboratore ha messo a dura prova la mia stessa fede”.”
Infatti per me tettamanzi è sempre stato un filantropo piu che un uomo di fede . non ci voleva che melo confermasse .
Robert , io non vado in africa mentre a casa mi costruiscono la piscina , mi manca questo coraggio lo ammetto .
Ma non ti manca quello di fare accuse restando nascosto.