Concerto a Villa Glori: quella di don Luigi Di Liegro

Concerto di beneficenza a Villa Glori, quella di don Luigi Di Liegro. Si va dalla colonna sonora del “Re Leone” all'”Ave Verum Corpus” di Mozart, al “Signore delle cime” di Giuseppe de Marzi. Di nota in nota si piange, si ride, si grida a Dio con la disinvoltura impunita dei cori parrocchiali. Questo è il “56 Notes” di Sant’Ippolito, zona piazza Biologna, in collaborazione con l’Associazione “Un girasole”. Belle le parrocchie dove si fa amicizia, si fa famiglia, si fa da mangiare, si fa musica. Si fa.

81 Comments

  1. FABRICIANUS

    Buona festa della B.V. di Fatima.

    Le parrocchie, la vita di parrocchia: ne conservo un buon ricordo, ma anche diverse spine: in fondo è così la vita.

    Ciao!!

    13 Maggio, 2013 - 9:33
  2. Nino

    Ai torinesi e dintorni segnalo:

    Conferenza su Teilhard De Chardin
    17/05/2013, 18:00 – Istituto Sociale, Corso Siracusa 10, Torino
    Il pensiero di Pierre Teilhard de Chardin S.J., un cristiano fedele alla terra e alla ricerca del Cristo universale, a quasi 60 anni dalla sua morte non cessa di esercitare il suo fascino e di manifestare la sua attualità. Incontro con don Carlo Molari sul tema del “Dialogo Interculturale e Interreligioso”.

    13 Maggio, 2013 - 16:24
  3. lorenzo

    …becco la scia di Nino, e approfitto per ricordare ai torinesi e dintorni, ma anche a tutti gli altri che ne fossero incuriositi !, che da quest’anno è possibile riceversi comodamente sul pc NEWSCULT, una newsletter quindicinale della Pastorale Cultura della diocesi che da conto di tutto quello che succederà …culturalmente , nei successivi 15 gg. Non solo di quello che organizza la diocesi, insomma, ma anche tutto quello che bolle in pemtola sul territorio, nel mondo cattolico inteso nel senso più vario e piu’ vasto possibile..E poi, per chi volesse, commentare, suggerire, proporre.
    Insomma, niente di originalissimo. Ma un modo che prima non c’era per avere un colpo d’occhio in tutte le direzioni e secondo tutte le visuali su dove ” fare” : amicizia, dialogo, confronto, dibattito, musica, teatro, convivialità ….
    Cultura, insomma: che è poi tutta sta roba insieme.
    Chi vuole riceverla, basta che mandi il suo indirizzo email , al seguente:

    pastculto.news@libero.it

    13 Maggio, 2013 - 17:26
  4. FABRICIANUS

    Grazie a Nino e Lorenzo, quanto tempo manco dalla bella Torino.

    P.S. Oggi sono stato presso il Santuario Madonna del Bosco (arcidiocesi di Milano – provincia di Lecco). Vi ho portato con me.

    Ciao!

    13 Maggio, 2013 - 18:41
  5. Bravo Fabricianus.

    Anche se sono a Roma,
    non sapevo dell’evento,
    che dal link leggo seguito dalla rai,
    così mi hai dato una comunicazione che posso seguire anche io.

    Da quanto accennano nino, lorenzo e te,
    manca tantissimo la capacità da parte delle diocesi metropolitane e regionali,
    di fare un quadro sinottico di tutte le occasioni di cultura ed eventi religiosi-teologici, che avvengono nel singolo territtorio di ciascuna compenìtenza,
    mettendo insieme quanto offerto dalle università pontificie (per roma) alle parrocchie alle comunità di base alle varie comunità sparse.

    Io che sono molto attento sul territtorio romano alle offerte a cui partecipo,
    mi rendo conto di quanto devo darmi da fare per essere nelle reti delle comunicazioni attraverso i passaparola.

    E’ ancora profondamente deficitaria,
    la comunione delle informazioni nel territtorio delle chiese locali.

    Nel 2013
    siamo ancora al fai da te….

    A chi giova……?????

    Grazie comunque.

    Spero che comunque sia possibile lanciare la comunione delle iniziative e comunicazioni.

    Nell’era della digitalizzazione e informatica è semplicissimo mettere in opera questa comunione.

    Che si puo’ fare ?

    13 Maggio, 2013 - 20:32
  6. FABRICIANUS

    Ciao Matteo,
    io la penso così: diffondere tali iniziative è frutto di buona volontà…
    Non farlo, ha secondo me, (senza assolutizzare), due motivi: la pigrizia e la gelosia nel non far sapere agli altri e tenersi tutto per sè…

    13 Maggio, 2013 - 21:32
  7. discepolo

    A proposito di vita che si svolge nelle parrocchie e anche di Santi , di cui si parlava qualche post fa.
    Nella Chiesa dove passo quasi tutte le mattine per la Messa o per una preghiera, da due tre mesi a questa parte, tutte le mattine c’è un giovanotto che si piazza davanti alla cappella e al quadro seicentesco rappresentante “Santa Rita” e prega , devotamente per dieci, quindici minuti.
    I Santi al giorno d’oggi, non li prega quasi più nessuno, fra i cattolici “intellettuali”.Iinsomma sembra che i Santi ormai per noi siano solo degli esempi di vite cristiane, dei quadretti edificanti da imitare, ma non certo degli “intercessori” come erano un tempo, dei Potenti amici di Dio a cui chieder delle grazie.
    Un tempo la gente pregava i Santi, forse perchè si sentiva tanto indegna e piena di peccati da non osare rivolgersi direttamente all’Onnipotente. Ci si rivolgeva ai Santi per le piccole suppliche per i piccoli fatti della vita… era una devozione popolare e mistica che rappresentava la misteriosa “comunione dei Santi” , una specie di flusso spirituale che dai Santi passava per vie misteriose ai peccatori.. Ma chi mi chiedo oggi per esempio chi a Milano prega Sant’Ambrogio???? Certo a Napoli pregano ancora San Gennaro.. Conosco gente che prega Sant Antonio da Padova per fargli ritrovare gli oggetti smarriti.. ( e mi dicono che il SANTO gentilmente glieli fa sempre ritrovare! ) Ma insomma tranne pochi, la maggioranza dei fedeli odierni si rivolge direttamente a Dio , a cui oggi ormai si da’ del Tu e si considera quasi un nostro pari…
    Per cui pregare un Santo è un po’ una cosa d’altri tempi, eppure, nel centro di Milano c’è un giovanotto ( lo posso testimoniare) di venticinque anni circa che ogni mattina prega devotamente per dieci minuti SANTA RITA.
    Che le chiederà? Una grazia per se? per una persona amata? cosa lo spingerà a questa devozione? MISTERO.
    Ma un mistero che mi stimola e mi affascina.. anche questa è vita delle parrocchie e anche questa è cultura cristiana, molto più forse delle cerimonie ufficiali!

    13 Maggio, 2013 - 22:02
  8. FABRICIANUS

    La devozione ai Santi andrebbe sempre coltivata, ma, senza dimenticare il cuore della nostra Fede: Cristo morto e risorto e presente nell’Eucarestia: sono sicuro tu sia d’accordo con ciò, discepolo.

    Riguardo ai Santi mi è sempre piaciuta questa breve riflessione del Beato Schuster:

    La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora s’inginocchia e prega». Era rimasto lui stesso impressionato da ciò che era accaduto in diocesi, per le vie di Milano, il giorno dei funerali di don Orione. E aggiunse: «Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi. Ha paura, invece, della nostra santità.

    13 Maggio, 2013 - 22:29
  9. Marilisa

    ” la maggioranza dei fedeli odierni si rivolge direttamente a Dio , a cui oggi ormai si da’ del Tu e si considera quasi un nostro pari…”

    Perché, lei, discepolo, come si rivolge a Dio? Col “Voi”, col “Lei” magari, o come?
    Lo considera così distante da ritenere un’imperdonabile irriverenza il dargli del “Tu”?
    No, non è un nostro pari, ma è nostro Padre e, se ci fa caso, nel “Padre nostro” che Gesù ci ha insegnato, gli si dà del Tu. O no?
    Mi creda: fra Lui e noi c’è un rapporto talmente stretto e interpersonale che rivolgersi a Lui se non con il Tu sarebbe, direi, inopportuno. Per non dire altro.
    Quanto alla venerazione dei Santi, osservo solo che ci sono dei fedeli che li prediligono a Dio, e questo non va bene.
    Vuoi vedere che quel giovanotto che prega devotamente santa Rita, appena entrato in chiesa va direttamente alla cappella della Santa senza prima rivolgersi al Signore?
    E secondo lei, discepolo, che ne è tanto ammirata, questo sarebbe ben fatto?
    Io non direi proprio. C’è qualcosa di sbagliato in una religiosità di questo tipo.
    Prima ci si rivolge a Dio, poi ai Santi intercessori.
    E, se mi permette, lasci che le dica che i “cattolici intellettuali” in tutto questo non c’entrano un bel niente.
    Qua è questione di semplice buon senso e di buona educazione religiosa.

    13 Maggio, 2013 - 23:02
  10. Sì, Fabricianus: Cristo morto e risorto presente nell’Eucarestia; anche questa oggi è una fede che rischia di estinguersi.

    13 Maggio, 2013 - 23:04
  11. FABRICIANUS

    Ciao Antonella,
    sì, purtroppo rischia di estinguersi, ma teniamo vivo il fuoco anche se a volte sembra essere sotto la cenere.

    13 Maggio, 2013 - 23:11
  12. Luigi Accattoli

    Sul rivolgersi direttamente a Dio come tendenza attuale dedico a Discepolo e a Marilisa queste parole del cardinale Ratzinger in risposta alla domanda “Lei conosce personalmente il suo angelo custode?”:

    No. Personalmente mi sento in rapporto così diretto con Dio che, certo, sono grato di poter credere nella presenza dell’angelo custode, ma poi mi confronto direttamente con Dio. E’ molto soggettivo. Ad altri uomini è dato di conoscerlo, e questo è per loro una certezza estremamente consolante. Allora diventa importante non fermarsi lì, a quello stadio, ma lasciare che l’angelo ci conduca a Dio e far sì che la direzione in cui esercitare la nostra relazione rimanga Dio“.

    Joseph Ratzinger, Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio, San Paolo 2001, p. 109.

    14 Maggio, 2013 - 10:03
  13. Marilisa

    Sì Luigi, “personalmente mi sento in rapporto così diretto con Dio che…mi confronto direttamente con Dio” col Tu. Dio è l’Altro di fronte a me e, al tempo stesso, più intimo a me di me stessa, come sorgente nascosta e non sempre, purtroppo, raggiungibile.
    E allora lo invoco col “TU,TU…mio Dio”, sperando di sentirLo e di trovarLo, ma sicura che Lui mi ha già trovato e che mi sente nonostante i miei balbettii. Anzi, sicura che Lui legge i miei pensieri non sempre espressi.

    14 Maggio, 2013 - 11:29
  14. FABRICIANUS

    Al di sopra di tutto ci sia Dio.

    Un caro saluto.

    14 Maggio, 2013 - 11:39
  15. discepolo

    Cara Marilisa, la mia frase sul dare del TU a Dio era solo una battuta e anche piuttosto bonaria. Figurati se penso che si deva dare del voi a Dio!
    Quello forse che non hai capito del mio intervento è che rimarcavo la differenza che esiste nel rapporto religioso tra Dio e l’uomo tra i nostri giorni e il passato.
    Non sono una nostalgica del passato, ma non credo neppure che il nostro tempo , i nostri comportamenti , la nostra mentalità siano “migliori” di quelli del passato. Non mi sento superiore ai miei antenati ne’ più illuminata ne’ più “cristiana” ne’ più intelligente . Non mi sento migliore dei fedeli che hanno vissuto nel passato solo perchè sono “moderna”.
    Loro pregavano e si rapportavano a Dio in un modo, noi in un altro. CHi può dire di aver ragione? Chi può dire è giusto questo, era sbagliato quest’altro?
    Qualche vecchietta ancora oggi c’è , e l’ho sentita che da’ del VOI a Dio.
    ” Mio Dio mi pento e mi dolgo dei miei peccati perchè peccando ho meritato i Vostri castighi e ancor più perchè ho offeso Voi , infinitamente buono e degno di essere amtato più di ogni cosa ”
    che male c’è? Ti senti tanto superiore, cara Marilisa , alle vecchiette che danno del Voi a Dio?

    14 Maggio, 2013 - 14:15
  16. Sara1

    Chi può dire di aver ragione? Magari si rapportavano con Dio come si rapportavano con il resto della società, magari.
    In ogni caso il darsi del Voi non ha impedito affatto massacri e guerre che oggi tutto sommato in larga parte del mondo non vediamo più.
    E’ meglio, è peggio? a chiacchiere non si sa, se ti trovi sotto una bomba o in una trincea direi che è meglio.
    Poi per carità che l’uomo sappia far del bene e del male in tutti tempo è vero.

    14 Maggio, 2013 - 14:30
  17. discepolo

    oooops, scusate , l’Atto di Dolore forse non è più fra le preghiere preferite del cristiano moderno.. ..
    Quell’accenno così “ancien regime” ai castiighi.!!! Quell’aria così retrò nel dire “mi pento e mi dolgo”! Il cristiano moderno non si duole di nulla….non deve più dolersi di nulla!
    Iil cristiano moderno, intelligente, colto, e reso più edotto dalle verità della fede dai vari teologi moderni se ne ride dei “castighi” e reputa ridicolo l’atto di dolore.. 😉

    14 Maggio, 2013 - 14:36
  18. Sara1

    Ma se abbiamo un Papa che cita il diavolo un giorno si e un giorno no Discepolo.
    Capisco che le piaccia essere originale….

    14 Maggio, 2013 - 14:38
  19. “ho meritato i Vostri castighi ”

    che orrore!!!!!!

    Quanti schizzofrenici e psicopatici
    ha creato in duemila anni di storia tra i cattolici
    queste orribili parole.

    Quanti suicidi,
    e dietro a quante guerre,
    e dietro a quanti omicidi….

    Non lo saprò mai !!!

    Non dimenticherò mai,
    quando un mio amico credente,
    ha affrontato a muso duro il mio parroco,
    reo di far imparare l’atto di dolore al suo figliolo,
    con quei termini così distruttivi.

    Pe fortuna
    nelle confessioni,
    quella formula è stata sostituita dalla maggioranza dei preti.

    Credo in un Signore che vuole misericordia, coscienza, responsabilità,
    non malati mentali.

    14 Maggio, 2013 - 14:40
  20. Luigi Accattoli

    Miei cari visitatori – cari tutti – non vedo motivo di scaldarsi. Nella preghiera come nella cultura storica (vedi la disputa seguita al post sui martiri di Otranto) c’è lavoro per tutti. Diamo del tu a Dio nel “Padre Nostro”, e a Maria nell’ “Ave Maria”, come diamo del voi all’uno e all’altra in altre preghiere. Facciamolo, gareggiamo nel farlo, che ne abbiamo gran bisogno, non stiamo a perdere tempo sui vocativi. Vediamo piuttosto di imparare – per l’appunto – dalle vecchiette: che danno del tu a Dio nel “Padre Nostro” e gli danno del voi nell’ “Atto di dolore”. O danno del tu a Maria nell’ “Ave Maria” e le danno del voi nella Supplica di Pompei: “Noi tutti avventurati figli vostri”. Loro sanno che non conta il pronome ma il nome.

    14 Maggio, 2013 - 14:55
  21. Clodine

    Personalmente non mi sento di parlare direttamente a Dio, e non perché lo senta lontano. Non è la lontananza da Lui che mi impedisce di entrare in confidenza o in sintonia. So che mi ama, moltissimo, e, leggendo dentro la mia storia e i segni di continua vicinanza che sempre e ancora, a tutt’oggi , mi mostra, so per certo che Lui c’è, che mi è accanto, me lo dimostra con evidenza. Eppure, nonostante ciò non riesco a parlarGli direttamente, come fosse un mio pari perché Lui è il Santo, è l’Eterno, il Supremo, l’Infinito ed io sono….una nullità, pulviscolo, un’oncia di peccato….non mi sento né mai mi sentirò, finché vivo esente da peccati, non mi sento né mai mi sentirò perfetta tanto da presentarmi a Lui con il viso alto! Piuttosto…mi prostro,lo invoco ,senza osare null’altro che parole d’amore. In qualunque necessità mi trovi, per abitudine,mi rivolgo al Figlio, alla Madre Celeste, ai Santi dei quali sono grande amica. Mi rivolgo a loro, ai Santi, che hanno attraversato l’Acheronte dell’anima e si sono purificati, che hanno reso candide le loro vestie ed ora guardano il Volto di Dio. Ma in modo eminente allo Spirito Santo. E’ Lui che mi suggerisce l’esatta distanza tra me e il Creatore. Una distanza che si chima santo Timore di Dio! Timore, in questo contesto, non affatto sinonimo di paura….non è paura di Dio, non paura di eventuali castighe,Lui non castiga né invia dall’alto,come un Zeus cisposo, saette infuocate, piuttosto perdona e lo so. Ma il perdono suppone il peccato e il pentimento e già questo dinamismo dice al cuore che l’ho deluso, che sono mancante e che lo deluderò ancora e ancora…proprio come si delude un padre. Non mi senso pronta a parlargli del Tu.

    14 Maggio, 2013 - 15:05
  22. Clodine

    volevo dire “a darGli del “Tu”

    14 Maggio, 2013 - 15:08
  23. Sara1

    Il padre nostro è la preghiera insegnataci direttamente da Gesù, l’atto di dolore è molto più tardo e risente dei modi molto più formali di quei tempi.
    Nessun testo antico mi pare dia del voi, Antonella magari ce lo può confermare.

    14 Maggio, 2013 - 15:17
  24. Marilisa

    Discepolo, io non mi sento superiore a nessuno, figurati! Se hai questa impressione, sbagli di grosso, ma proprio di grosso.
    E le vecchiette mi piacciono moltissimo in linea di massima, salvo quando sono delle streghette. Perché non poche di esse lo sono, purtroppo per loro e anche per noi.
    Diano pure del Voi a Dio, recitino l’ atto di dolore come l’hanno imparato.
    Chi se ne cale, in fondo?
    Comunque, se la tua era una battuta non lo si capiva proprio per niente. Altrimenti non avrei replicato. Questo tanto per precisare.
    Ma passando oltre, ho capito benissimo che “rimarcavi la differenza che esiste nel rapporto religioso tra Dio e l’uomo tra i nostri giorni e il passato.”
    E il mio parere è che è molto migliore, in generale, il rapporto che l’uomo di oggi ha con il suo Dio, per il semplice fatto che non è una relazione di sudditanza come lo era nel passato.
    Questo concetto l’ho espresso più volte, anche se a molti non è gradito.
    E sempre lo dirò convintamente, piaccia o non piaccia.
    Una volta la Chiesa insegnava ad essere “sudditi” di Dio, riflettendo in questo–a dire il vero– la sudditanza dei fedeli alla Chiesa stessa.
    Ed era profondamente sbagliato, mia cara discepolo, perché non si deve essere “sudditi” né di un Padre misericordioso né, tantomeno, della Chiesa.
    Dio non è un Padre-padrone.
    Ce lo ha mostrato chiaramente Gesù stesso. Non te ne sei ancora accorta? Rileggiti con attenzione il Vangelo, allora.
    Oggi però la Chiesa ha cambiato strada, e bene ha fatto perché dimostra che il tempo va avanti e molto insegna.
    Neanche di questo ti sei accorta?
    Vuoi restare ferma al Medioevo, senza vedere i cambiamenti che, com’è naturale, hanno il giusto accadimento?
    Certo, non tutti i cambiamenti sono buoni, ma neanche tutti sono negativi, tanto per intenderci.E tutti noi siamo chiamati a coglierli, i segni dei tempi, quando sono positivi.
    Chi non vuol farlo, sbaglia dimostrando ottusità nel voler restare incollato al passato, che tanto aveva di negativo.
    Dio si è definito in questo modo: “Io sono colui che sarò”, che vuol dire: io sono come mi manifesterò nella tua storia. Man mano che il tempo passerà. Con i cambiamenti che la storia porterà.
    Chiaro?
    Quanto a quella versione dell’atto di dolore, dove a me, e non solo a me peraltro, dà un enorme disagio, ebbene sì, non tanto il Voi quanto il “perché ho meritato i tuoi castighi”( Dio non castiga! Siamo noi che, peccando, ci castighiamo da soli, caso mai),io aspetto che la Chiesa gerarchica (sempre lentissima nei cambiamenti) si decida a proporne una nuova.
    Ma naturalmente sarà per le calende greche.
    E l’ essere moderni, cara discepolo, non c’entra per niente.
    Quale tarlo ti rode quando te la prendi con la modernità e con l’intellettualismo ? Il tarlo del conservatorismo, vero?
    Tu preferisci pensare ad un Dio che castiga? Ebbene, allora chiediglielo pure, e con insistenza, che ti castighi, magari per farlo sorridere.
    Nel frattempo, a me piace recitare così:”Signore Gesù, che volesti essere chiamato amico dei peccatori, per il mistero della tua morte e risurrezione liberami dai miei peccati e donami la tua pace perché io porti frutti di carità, di giustizia e di verità”.
    Questa formula-preghiera, che mi piace moltissimo, è stata proposta da un teologo di cui adesso non ricordo il nome.

    14 Maggio, 2013 - 15:57
  25. Clodine

    Cara discepolo, perché stupirsi? Non lo sai che va di moda costruirsi il proprio Dio? un Dio a misura, e un rapporto con Dio calzante a perfezione in base a necessità e urgenze. Dove manca il timor di Dio è presente la religiosità comoda rassicurante che non penetra nel profondo della coscienza e non santifica. Circa “i castighi” poi, riferiti nell’ Atto di dolore, ma è evidente che è un chiaro linguaggio antropomorfico ed è arcinoto che il peccato sottrae alla Grazia ed espone alle insidie del maligno, la scrittura è piena di esempi di questo tipo. Anania e Saffira -Atti degli Apostoli 5,1-11- andatevela aleggere, con quella grave menzogna si erano consegnati al potere dei demoni.
    Dio non abbandona -“Deus non deserit nisi prius deseratur “_ né toglie il Suo aiuto. Piuttosto siamo noi che ci sottraiamo e ci consegnamo ai “castighi”- la torre di Siloe , altro esempio, cadde per volontà degli uomini, mica per iniziativa di Dio- “Peccavi Domine, misere mei”.

    14 Maggio, 2013 - 16:03
  26. Marilisa

    Ma c’ è anche quest’ altra bella formula :” Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di tutto il male che ho fatto e del bene che ho omesso di fare. Per i meriti della passione del nostro salvatore Gesù Cristo, Signore, abbi misericordia di me”.

    14 Maggio, 2013 - 16:04
  27. Sara1

    Ma non credo che la Chiesa insegnasse sempre ad essere sudditi di Dio, insomma se uno legge le confessioni di Sant’Agostino ha questa impressione? O non ci vede un rapporto di amore profondo e sincero?

    Tra l’altro Agostino a Dio da del tu.

    14 Maggio, 2013 - 16:05
  28. Marilisa

    Il timor di Dio non deve essere inteso come “paura” di Dio.
    Lo sanno anche i bambini che stanno cominciando a conoscere Dio.
    È reverenza, profondo rispetto, nei confronti del Padre-Creatore che ci ha chiamato alla vita e che ci ama. Ci AMA e non castiga.
    Certo che se i bimbi incontrano catechisti che dicono idiozie, allora sì “miserere mei”.

    Luigi, fai sentire il tuo parere in proposito, per favore!

    14 Maggio, 2013 - 16:15
  29. MARILISA
    non mi pare corretto tirare per la giacca……………….!!!!

    14 Maggio, 2013 - 16:32
  30. lorenzo

    Posso rivolgermi a Dio in molti modi.
    Non sempre uguali, non tutti codificati, forse non tutti ortodossi, e magari- anche- non tutti leciti.
    L’importante è che mi ci rivolga.
    E poi, a bomba, arriva la domanda vera: a questo mio Dio, gliela do, la mia vita tutta intera, o no?
    Perché se cazzeggio e tiro tardi senza rispondere a questa domanda e vivere di conseguenza, posso rivolgermi a Lui in cento diversi modi, ma non avrà mai importanza PER DAVVERO.

    14 Maggio, 2013 - 17:48
  31. Marilisa

    Matteo, veramente io non “tiro per la giacca”.
    È che mi piacerebbe sentire il parere di una persona di prestigio, e molto equilibrata, che fa sentire la sua voce in tante conferenze. Ma se non vuole farlo, non è obbligato naturalmente, e avrà le sue ragioni rispettabilissime.
    Tutto qui.

    14 Maggio, 2013 - 17:49
  32. Sara1

    Lorenzo riguardo al tirare tardi ricordo che gli operai della vigna sono pagati uguali anche se arrivano all’ultima ora, non che sia una scusa per attardarsi ma nemmeno bisogna puntare il dito su chi ancora ci sta pensando.

    🙂

    14 Maggio, 2013 - 18:09
  33. Su Dio, diceva lo Pseudo-Dionigi, tutte le negazioni sono vere, tutte le affermazioni sono insufficienti.

    Ossia: quando dico che Dio non è tutto, affermo la verità, perchè Egli non è circoscrivibile entro il recinto delle cose, fosse anche il recinto della totalità. E specularmente, se dico che Dio è tutto, devo precisare, spiegare, allargare il campo.

    Questa definizione mi è venuta in mente ora, perchè è molto bello pensare che ciascuno di noi dice cose vere di Dio, ma tutte insufficienti.
    Così, paradossalmente, l’immagine più vicina al vero la diamo solo nella plurivocità, mettendo insieme il Dio che descrivono Discepolo, e Clodine, e Marilisa, e Antonella, e Sara, e Ubi, e Nino, e Lorenzo, e Matteo, e Fabricianus, e Federico, e Luigi Franti, e Leopoldo, e Luca, e Mattlar, e io, e Francesco, e Luigi e tutti gli altri…

    14 Maggio, 2013 - 18:09
  34. Cara Nico,
    attenta che ti accendono il falò sotto i piedi 🙂

    14 Maggio, 2013 - 18:15
  35. No problem, come strega sono adatta
    😉

    14 Maggio, 2013 - 18:18
  36. lorenzo

    Nessun pericolo Sara, nessun dito puntato 🙂 e comunque parlo di me.
    Ognuno, anche qui, ha i suoi tempi e le sue strade.
    I miei sono abbondantemente maturi e largamente aperte…poi, posso continuare a cazzeggiare fino al last minute, per carità.

    14 Maggio, 2013 - 18:24
  37. Marilisa

    Ha scritto il teologo Silvano Sirboni:
    “Ciò che lanciamo contro il cielo ci ricade inevitabilmente addosso. Il peccato non intacca la grandezza di Dio (1), ma offende l’uomo. Dio non ha bisogno e non ama castigare. Compiendo il male ci castighiamo da noi stessi. I discepoli offesi per non essere stati bene accolti in un villaggio di Samaritani avrebbero voluto che Dio inviasse su di loro il fuoco. Ma Gesù li rimproverò severamente. È soprattutto nella parabola del padre misericordioso e dei due figli (conosciuta come parabola del figlio prodigo) che Gesù ci ha rivelato il volto e il cuore di Dio. Un’antica orazione liturgica (VII secolo), ancora oggi nel Messale romano, dice: «O Dio, che riveli il tuo volto nell’avere misericordia (2) e nel perdonare sempre…» (in latino: cui proprium est miserere sempre et parcere).
    L’immagine di un Dio vendicatore, simile agli uomini, è purtroppo ancora assai radicata, al punto che sulle nostre labbra risuona sovente la frase: «Che ho fatto di male per meritare questa disgrazia?». Immagine che è stata annullata quando di fronte al cieco nato e alla domanda dei discepoli: «Chi ha peccato, lui o i suoi genitori?», Gesù risponde: «Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio» (Gv 9,1-3).
    L’Atto di dolore è un testo la cui formulazione risale alla fine del XVII secolo. Risente di quel particolare contesto culturale che tendeva a omologare Dio ai monarchi assoluti. È sintomatico che in quella stessa epoca si diffonda la rappresentazione del Dio-Trinità come un occhio grande, vigile e severo racchiuso in un triangolo: un dio-gendarme! Ora, il ritorno a una spiritualità più biblica e a un’esegesi (interpretazione) che aiuta a discernere la parola di Dio dalle parole dell’uomo, conduce a rendersi conto di come anche nella stessa storia del popolo d’Israele ci sia stata lenta e progressiva purificazione dell’idea di Dio, fino alla venuta di Cristo perfetta «immagine del Dio invisibile» (Col 1,15). Purificazione sempre necessaria di fronte alla tentazione di farci un dio a nostra immagine e somiglianza.
    L’edizione tipica latina del Rito della Penitenza (1973) ha rivisto il vecchio testo.
    In esso non compare più la frase «perché ho meritato i tuoi castighi».
    Il nuovo Atto di dolore (in una mia personale e letterale traduzione) suona così: «Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di tutto il male che ho fatto e del bene che ho omesso di fare». La conclusione fa riferimento alla mediazione di Cristo: «Per i meriti della passione del nostro salvatore Gesù Cristo, Signore, abbi misericordia di me».
    La traduzione italiana del Rito della Penitenza (1974) non ha recepito questa modifica.Tuttavia, accanto al vecchio testo dell’Atto di dolore colloca altri otto testi desunti dalle Scritture. Un esempio: «Signore Gesù, che volesti essere chiamato amico dei peccatori, per il mistero della tua morte e risurrezione liberami dai miei peccati e donami la tua pace perché io porti frutti di carità, di giustizia e di verità». Il modo di pregare esprime e fonda l’idea di Dio.

    Una sola domanda da parte mia: perché “la traduzione italiana del Rito della Penitenza (1974) non ha recepito questa modifica”?
    Ripeto: perché?
    Mi piacerebbe saperlo.

    14 Maggio, 2013 - 18:28
  38. Caro Lorenzo,
    ricordiamoci anche,
    che il Signore,
    per tanti credenti,
    è oscurità, notte, silenzio, incertezza…

    Non sostituiamoci mai a chi può vedere i “cuori”,
    e
    tu certamente non lo stai facendo, ovviamente.

    Ti sono grato per la tua passione e buon senso.

    14 Maggio, 2013 - 18:31
  39. Clodine

    Suppongo che quel “cazzeggiare” lorenzo significhi “parlare” con Dio -con la bocca – mentre il cuore resta attaccato con il vinavil agli errori di sempre, sclerotizzato, aritmico, incapace finanche di discernere sé stesso . Se le parole non corrispondono al cambiamento interiore, alla conversione allora si che Dio -che ama- castiga pure…certo che castiga!
    Ma non lo dico io, lo dice Gesù…e lo dice chiaramente, senza metafore e lo dice svariate volte..Basta studiare i Vangeli….!!

    Il Vangelo di Luca 13,4-5racconta di un fatto di cronaca: la torre, esattamente quella di Siloe, cadde uccidendo 18 persone che stavano trovando riparo sotto di essa. La gente attribuì il disastro ad un “castigo di Dio!”. La risposta di Gesù fu questa: “No,vi dico, ma se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo”. Non si convertirono, non cambiarono, e quaranta anni dopo Gerusalemme fu distrutta. Forse quello fu davvero un castigo di Dio.
    Vangelo di Luca 13,1-9 : giunse a Gesù la notizia dell’orribile massacro che Pilato, governatore romano, aveva fatto con alcuni pellegrini samaritani.
    “Castigo di Dio” fu il comune sentire. Risposta di Gesù : “Credete che quei Galilei fossero più peccatori ? No, vi dico: se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
    Perirete, serete castigati.
    Dio Padre è il padrone della vigna. Lui ha il potere di potare, tagliare, recide, bruciare, diveltere se il fico non porta frutto!

    14 Maggio, 2013 - 18:31
  40. Sara1

    Ognuno risponde per sé e non è detto che non riuscire a rispondere al volo voglia per forza dire cazzeggiare.

    14 Maggio, 2013 - 18:32
  41. Sara1

    Bene Clodine proprio Domenica una mia amica mi raccontava preoccupata del marito che non crede più e si è allontanato arrabbiato dalla Chiesa. e lo diceva con dolore che le dobbiamo dire: Dio lo poterà, lo reciderà, lo brucerà e divelterà perchè non porta frutto?
    Speriamo almeno Lui sia più paziente di noi…

    14 Maggio, 2013 - 18:36
  42. Nino

    In alternativa ll’atto di dolore, propongo quella che era la preghiera di ringraziamento dopo la Santa Comunione sacramentale:

    Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che prostrato alla tua santissima Presenza ti prego con il fervore più vivo di stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non offenderti più, mentre io con tutto l’amore e con tutta la compassione vado considerando le tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di Te, o mio Gesù, il santo profeta Davide: “Hanno forato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa”.

    Nessun confessore ha mai fatto obiezioni.

    14 Maggio, 2013 - 18:45
  43. Clodine

    Mi capita spesso di pensare alle strane coincidenze relative a personaggi, i quali, storicamente, si scagliarono con veemenza contro la religione la Chiesa e Cristo…
    Ce ne sarebbero tantissimi di aneddoti ma non voglio tediare e ne racconterò soltanto uno riguardante Voltaire,zelantissimo fautore della Encyclopédie…, che tanto propagò l’incredulità e l’immoralità nel secolo XVIII. L’atteggiamento suo verso la Chiesa fu da lui espresso con questa parola d’ordine: Ecrasez l’infame?(Schiacciate l’infame)». «Io sono stufo di sentire raccontare che bastarono dodici uomini per fondare la Chiesa cattolica! Voglio far vedere che ne basta uno solo per annientarla. Entro vent’anni il Galileo (Gesù Cristo) sarà spacciato».
    Così scriveva il 30 maggio 1758 a D’Alembert.
    Vent’anni dopo, precisamente il 30 maggio 1778 era lui, Voltaire che scompariva, morendo, a quanto finora è saputo, di una morte disperata e spaventosa»..

    14 Maggio, 2013 - 18:48
  44. Sara1

    Si va bhe Clodine siamo d’accordo, ma qui parliamo di un uomo in gamba che magari è arrabbiato perchè gli è morta la madre quando era giovane e nonostante lo desiderasse tanto non ha potuto avere figli.
    Non tutti hanno la stessa forza di affrontare la morte delle persone care, la soffermar, il dolore, un conto è dire la croce la croce un conto è dare davvero un senso al dolore quando te lo trovi di fronte.
    Allora serve pazienza stare vicini e sperare che la rabbia passi e si accetti di farsi consolare.
    La vita è lunga per fortuna Dio non ci misura con il cronometro.

    14 Maggio, 2013 - 18:52
  45. lorenzo

    Sai Sara, se conoscessi la mia storia rideresti di cuore, come sto facendo io adesso, a leggere quell’espressione : ” al volo”. Riferita a me con Gesù, fa un effetto davvero esilarante.
    Ma , in generale, hai ragione tu. E pure sul cazzeggio.

    @ Matteo : grazie per la tua dritta affettuosa.
    @ Clodine , chiedo una preghiera del cuore, quando le verrà bene. Perchè: è un limite mio, ma quello del castigo di Dio è un concetto che mi resta -personalmente- estraneo.

    14 Maggio, 2013 - 19:00
  46. Clodine

    Sara, che posso dirti: preghiamo per lui e per la sua anima….Il padrone della vigna zapperà attorno al fico, attenderà, poterà anche, certamente…tutti noi siamo sopposti a potatura – operazione di grande utilità in agricoltura-

    La similitudine della vigna e dei tralci non me la sono inventata, cara Sara. Non prendertela con me!! Dillo a Dio…non a me..chiedilo a lui.
    E’ lui che dice:
    “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto….Come il tralcio non può portare frutto da se steso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci…perché senza di me non potete fare nulla. chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano”.

    Giovanni 15, 1-8

    14 Maggio, 2013 - 19:01
  47. Clodine

    Male, caro lorenzo..molto male!

    14 Maggio, 2013 - 19:02
  48. Clodine

    Dovresti approfondire l’antico e il nuovo testamento…

    14 Maggio, 2013 - 19:07
  49. Marilisa

    È proprio vero: “Il modo di pregare esprime e fonda l’idea di Dio.”

    14 Maggio, 2013 - 19:29
  50. Lorenzo,
    non mi riuscirà mai di capire come fa il Signore a relazionarsi usando i castighi.

    L’esperienza mi ha dimostrato che gli umani castighi
    generano rabbia, odio, ma mai amore.

    E’ un Signore strano e misero,
    quello che ha bisogno di usare le punizioni
    alla maniera dei miseri umani,
    per volere a tutti i costi anche con la paura e il terrore,
    farsi amare….

    14 Maggio, 2013 - 19:40
  51. lorenzo

    Beh, Clodine… avevo chiesto una preghiera, me cucco una correzione fraterna….va bene uguale.
    Posso anche approfondire, ma quando dico che il comcetto di ” castigo” di Dio mi è personalmente estraneo, non dico che non credo alla sua esistenza e alla sua possibilità. Dico però che non ha mai inciso sulle mie scelte personali, non ho mai fatto/ non fatto nulla pensando al famoso castigo di Dio. Mi dirai che sono incosceinte, e poco ortodosso. Probabilmente hai ragione in entrambi i casi.
    Ma il fatto è che nessuno, nessun altro, si è lasciato fare a pezzi per me come lui. E nessuno, in tutta la mia storia tempestosa, è stato come lui ad aspettarmi con qualsiasi tempo e dopo qualsiasi rifiuto, al fondo di qualsiasi strada di fuga, dopo ogni caduta rovinosa e ogni ribellione, dopo ogni cacciata a male parole da parte mia; nessuno me lo sono mai ritrovato ogni volta, al mio fianco, senza condanne e senza commenti, solo una domanda un po’ impaziente: andiamo?
    Questo mi ha sempre preso l’anima, Ma il castigo, Dio mi perdoni, non mi ha mai impressionato….
    Ecco, solo per spiegare. Non voglio convincere nessuno.

    14 Maggio, 2013 - 20:00
  52. Nico 14 maggio 2013 @ 18:09
    Scrive una cosa degnissima di nota:
    “Su Dio, diceva lo Pseudo-Dionigi, tutte le negazioni sono vere, tutte le affermazioni sono insufficienti.

    Ossia: quando dico che Dio non è tutto, affermo la verità, perchè Egli non è circoscrivibile entro il recinto delle cose, fosse anche il recinto della totalità. E specularmente, se dico che Dio è tutto, devo precisare, spiegare, allargare il campo…
    l’immagine più vicina al vero la diamo solo nella plurivocità, mettendo insieme il Dio che descrivono Discepolo, e Clodine, e Marilisa, e Antonella, e Sara, e Ubi, e Nino, e Lorenzo, e Matteo, e Fabricianus, e Federico, e Luigi Franti, e Leopoldo, e Luca, e Mattlar, e io, e Francesco, e Luigi e tutti gli altri…”

    Benissimo, ci mancherebbe!
    Solo che per una biunivocità di ragionamento mi piace anche pensare a questo: Come mi descrivo io davanti a Dio?
    E allora per me vedo solo la via penitenziale…

    14 Maggio, 2013 - 20:04
  53. Clodine

    Giusto così, un breve exscursus:
    “Allora l’Eterno Iddio disse alla donna : ‘Io moltiplicherò grandemente
    le tue pene e i dolori della tua gravidanza” e ad Adamo:”il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il fruttocon affanno, tutti i giorni della tua vita”
    A Caino:“E ora tu sarai maledetto,condannato ad errar lungi dalla terra…”
    Ai figliuoli di Dio [gli Angeli] che commisero fornicazione con le figliuole degli uomini li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi pel giudizio…
    A Noè:”‘Io sterminerò di sulla faccia della terra l’uomo che ho
    creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento d’averli fatti
    Colpì Faraone e la sua casa con grandi piaghe, a motivo di Sarai, moglie d’Abramo” (Genesi 12:14-17).
    Inoltre: rese sterile l’intera casa di Abimelec, a motivo di Sara moglie di Abrahamo.
    “Fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell’Eterno; ed egli distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti delle città e quanto crescevasul suolo” (Genesi 19:24-25
    Punì:
    La moglie di Lot, perchè si voltò a guardare indietro
    I Filistei ai giorni di Samuele, perchè si impossessarono dell’arca di Dio
    Giacobbe per avere ingannato Isacco
    Er e Onan perchè erano perversi
    Faraone e gli Egiziani ai giorni di Mosè, per essersi ribellati a Dio
    Il popolo che si dette all’idolatria presso il Monte Horeb
    Nadab ed Abihu, figli di Aaronne, per avere offerto fuoco estraneo davanti a Dio
    Gli Israeliti a Taberah, per avere mormorato empiamente contro Dio
    Gli Israeliti a Kibroth-Hattaava, a motivo della loro concupiscenza
    Maria, la sorella di Mosè, per avere parlato contro Mosè
    Dieci dei dodici esploratori mandati ad esplorare il paese di Canaan, perchè fecero mormorare il popolo
    Gli Israeliti che non ebbero fiducia in Dio
    Il violatore del sabato nel deserto. “E l’Eterno disse a Mosè: ‘Quell’uomo dev’esser messo a morte; tutta la raunanza lo lapiderà fuori del campo
    Kore, Dathan e Abiram e le loro famiglie, e 250 uomini, e altre 14.700 persone, per essersi ribellati a Mosè ed Aaronne
    Mosè ed Aaronne, per non avere avuto fiducia in Dio
    Il profeta Balaam per avere suggestionato le donne Madianite affinché trascinassero gli Israeliti all’infedeltà verso Dio
    Le sette nazioni di Canaan, per la loro malvagità
    Abimelec e i Sichemiti perchè avevano ucciso i figli di Gedeone
    Hofni e Fineas, figli di Eli, perchè commettevano fornicazione e inducevano il popolo a sprezzare le offerte fatte a Dio [li punì con atroci emorroidi]

    Il re Saul, per essersi mostrato infedele verso Dio e avere consultato una medium : “‘l’Eterno lo fece morire, e trasferì il regno a Davide, figliuolo d’Isai” (1 Cronache 10:13-14–

    Volete che continui?????

    14 Maggio, 2013 - 20:11
  54. Direi un pochino oltre, Ubi: la via della redenzione.

    Perchè ciò che mi consola e mi sostiene, quando cerco di specchiarmi nel volto di Dio rivelato in Cristo, è che proprio attraverso e con Lui io posso riconoscermi sì peccatore, ma anche non bloccarmi nel mio peccato, ma ancora e sempre ripartire per assomigliare un po’ di più al progetto secondo cui sono stata creata (a Sua immagine, Gen 1,27).

    14 Maggio, 2013 - 20:14
  55. Clodine

    Anania e Saffira, ai giorni degli apostoli, per avere mentito allo Spirito del Signore
    Il re Erode, ai giorni degli apostoli, per non avere dato a Dio la gloria
    Molti credenti della Chiesa di Corinto, perchè si accostavano indegnamente alla cena del Signore
    Quel credente della Chiesa di Corinto che si teneva la moglie di suo padre
    Imeneo e Alessandro perchè si erano messi a bestemmiare
    Gerusalemme, nell’anno 70, per avere ucciso i profeti e il Signore Gesù Cristo
    Jezebel, perchè seduceva i servi del Signore affinchè fornicassero e mangiassero cose sacrificate agli idoli

    devo continuare????

    14 Maggio, 2013 - 20:18
  56. Sara1

    No Clodine conosciamo, non vedo motivo però di farne motivo di gioia come fa solitamente Discepolo, egoisticamente penserei all’anima mia nel dubbio, ma ho imparato che spesso chi è tanto felice di pensare ai castighi si sente abbastanza al sicuro.

    14 Maggio, 2013 - 20:21
  57. lorenzo

    Direi anche: la via della collaborazione.
    Perché Dio ha deciso di volere e dover aver bisogno di noi, nella redenzione del mondo.

    14 Maggio, 2013 - 20:28
  58. Sara1

    Dai fratelli Karamazov:

    “C’era una volta una donna cattiva cattiva che morì, senza lasciarsi dietro nemmeno un’azione virtuosa. I diavoli l’afferrarono e la gettarono in un lago di fuoco. Ma il suo angelo custode era là e pensava: di quale suo azione virtuosa mi posso ricordare per dirla a Dio? Se ne ricordò una e disse a Dio: – Ha sradicato una cipolla nell’orto e l’ha data a una mendicante. E Dio gli rispose: – Prendi dunque quella stessa cipolla, tendila a lei nel lago, che vi si aggrappi e la tenga stretta, e se tu la tirerai fuori del lago, vada in paradiso; se invece la cipolla si strapperà, la donna rimanga dov’è ora. L’angelo corse della donna, le tese la cipolla: – Su, donna, le disse, attaccati e tieni. E si mise a tirarla cautamente, e l’aveva già quasi tirata fuori, ma gli altri peccatori che erano nel lago, quando videro che la traevano fuori, cominciarono ad aggrapparsi tutti a lei, per essere anch’essi tirati fuori. Ma la donna era cattiva cattiva e si mise a sparar calci contro di loro, dicendo: “E’ me che si tira e non voi, la cipolla è mia e non vostra. Appena ebbe detto questo, la cipolla si strappò. E la donna cadde nel lago e brucia ancora. E l’angelo si mise a piangere e si allontanò”.

    14 Maggio, 2013 - 20:31
  59. Clodine

    Certo che ha bisogno di noi lorenzo, il Signore, pur nella Sua incommensurabile ricchezza è un povero che sta alla porta e bussa…[frase retorica ma di grande efficacia]
    Purtroppo se trova cuori rattrappiti come la “donna cattiva cattiva” ….
    O se continuiamo a non conosce neppure il nucleo centrale della fede cattolica e a costruircu un credo “fai da te” senza chiarezza sulle verità da credere e sulla singolarità salvifica del cristianesimo non si va da nessuna parte….Come ebbe a dire BenedettoXVI ” dobbiamo, invece, tornare a Dio, al Dio di Gesù Cristo, dobbiamo riscoprire il messaggio del Vangelo, farlo entrare in modo più profondo nelle nostre coscienze e nella vita quotidiana”…A , me, e lo dico papale papale, il cristianesimo annacquato, lassista, che non crede nel giudizio di Dio -personale e generale sulla storia dell’umanità che introdurrà la Chiesa in cielo- che snobba o stravolge la verità rivelata…quel “buonismo” imperante -nuova visione ideologica che consiste nell’idea che tutti gli uomini, compresi i peggiori peccatori, alla fine sono anch’essi in fondo buoni e che la misericordia di Dio salverà tutti – dico la verità…mi scandalizza…

    14 Maggio, 2013 - 20:54
  60. Clodine

    Perché è una religione falsa!! Falsità di “cattivi maestri” di coloro che, sotto le vesti di una dottrina apparentemente cattolica introducono nella Chiesa gravi errori e deviazioni teologiche aprendo la strada a inammissibili commistioni e cedimenti …

    14 Maggio, 2013 - 20:58
  61. Marilisa

    Vedete, Lorenzo e Matteo, quando si leggono i sacri testi con il solo criterio letteralista, si sbaglia alla grande. Ma chi lo fa è convinto di azzeccarci in pieno.
    I testimoni di Geova lo fanno, i tradizionalisti rigidi lo fanno, i lefebvriani lo fanno, e gli esaltati in generale.
    Invece, per quanto ispirati da Dio, i sacri testi vanno interpretati.
    Gesù, gli evangelisti, Paolo e in genere gli autori degli scritti neotestamentari hanno proposto interpretazioni dell’Antico Testamento. Chi non ricorda, ad esempio, le parole interpretative di Gesù: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque …”
    E la Chiesa stessa ha interpretato nel corso dei secoli la parola di Dio.
    E se ci fate caso, alla interrpretazione dei testi sacri non si pone un punto fermo.
    Questo significa forse che ognuno è libero di “leggerli” a proprio uso e consumo, come qualcuno, indispettito, si ostina a dire? Niente affatto. Proprio non è così.
    La Chiesa ha il compito e la responsabilità di orientare i fedeli a vivere in modo autentico la propria fede, e nel far questo deve tener presente che ogni realtà in essa presente interagisce.
    Scrittura, tradizione, magistero, liturgia, vox populi etc… non sono autoreferenziali, non sono blocchi monolitici, ma si relazionano in maniera interdipendente e traggono linfa vitale l’uno dall’altro, in modo tale che la vita dei credenti abbia un rapporto il più vitale possibile con Dio e col messaggio del Cristo che vuole rivelare Dio.
    Lo sbaglio più grosso di chi ti sbatte in faccia esempi e versetti dei sacri testi ritenendosi nel giusto più giusto quando li considera come piovuti dal cielo e non elaborabili, è che non tiene conto di questo dinamismo che lievita tra le varie realtà e che impedisce una cristallizzazione che bloccherebbe l’epifania del Signore nello scorrere del tempo fino alla realizzazione del Regno.
    Non tiene conto–e lo trovo stupefacente– che certe espressioni, anche dure e quasi assurde, sono riferibili alle situazioni di tempi e popoli lontani da noi e con storie diverse dalle nostre. E per i quali tali espressioni erano sommamente necessarie.
    Anche noi dobbiamo attingere da esse, ma tenendo conto che, nelle Scritture, oltre al registro letterale, ce n’è anche uno– importantissimo– simbolico. Che non va sottaciuto, tutt’altro.
    Invece ancora molti lo ignorano. Purtroppo!

    14 Maggio, 2013 - 21:05
  62. Sara1

    Clodine la donna è cattiva cattiva proprio perchè non vuole aiutare gli altri a salvarsi, si perde proprio perchè vuole troppo salvarsi.

    Il catechismo della Chiesa dice:

    “1058 La Chiesa prega perché nessuno si perda: « Signore, […] non permettere che sia mai separato da te ». 652 Se è vero che nessuno può salvarsi da se stesso, è anche vero che Dio « vuole che tutti gli uomini siano salvati » (1 Tm 2,4) e che per lui « tutto è possibile » (Mt 19,26).”

    Questo non è buonismo o dimenticare il giudizio, è sperare nella misericordia per tutti.

    14 Maggio, 2013 - 21:37
  63. In questo testo proposro si offre una visione molto più ampia della spiritualità penitenziale, che è molto diverso dalla penitenza come la intendiamo spesso in modo un pochino troppo semplicistico.

    14 Maggio, 2013 - 22:16
  64. Clodine

    No, sara…si perde perché il suo egoismo è talmente radicato in lei , il suo IO così potente da lasciarsi scappare anche quell’ultima occasione che Dio, nella Sua bontà, le offriva, perché Lui desidera che nessuno si perda. Questa storia emblematica, a maggior ragione, evidenzia il mistero della salvezza che è legato a doppio filo con quello della giustizia. Il castigo, o punizione, non la infligge Dio in quanto “malvagio” [e leggendo anche di sguincio la sfilza di occasioni che ho sopra mensionate, sia nell’ antico come nel nuovo Testamento, esse sono legate ad azioni di grave offesa verso Dio il quale ha promesso un’Apocalisse se non l’umanità non la smette..] è l’uomo stesso che si ostina a perseguire la via della maligno, dell’errore, infliggendo al prossimo dolori morali, fisici,spirituali. Non saremo giudicati sul bene che abbiamo fatto se non marginalmente, ma su quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto…saremo giudicati e puniti su quanto male morale, spirituale, psicologico e fisico abbiamo inflitto al prossimo il quale cercherà e invocherà giustizia. Questo aspetto, e ce lo dicono i salmi e non solo, rientra in quell’ascolto attento che Dio pone nei riguardi degli sconfitti degli ultimi che lo invocano, che chiedono giustizia. E’ Lui che discerne, Lui, nella Sua infinita saggezza valuterà per assicurae perdono ove occore e punizione ove necessita anche se abbiamo un Avvocato nel cielo che ci difenderà sempre. Questo non toglie uno iota alla realtà della punizione, dell’inferno. Ma è GIustizia, non castigo! Le scritture le puoi leggere da cima a fondo o da fondo a cima, a destra e manca capovolte o rigirate…sempre quelle sono. Certamente gli stolti capiranno quello che vorrano capire. Ma ha Chi ha orecchie, intende.

    15 Maggio, 2013 - 8:15
  65. Sara1

    Clodine l’angelo piange perchè la donna non riesce a salvarsi, mentre lei si divincola per ricacciare in basso le altre anime.
    Ha una visione piccola della giustizia: una cipolla un’anima, non comprende che la misericordia va al di là di questi calcoli.
    E’ anche il senso della parabola sulla prigione per debiti: Dio ti abbuona il tuo debito e tu non vuoi fare lo stesso con chi ti deve molto di meno?

    «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
    Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

    15 Maggio, 2013 - 8:45
  66. Clodine

    E aggiungerei una breve chiosa: Satana ci accusa, ma non ha il potere di condannare, questo è riservato solo al giudice. Ma il giudice, Gesù, Lui, ci assolve. Giusto? O, anche qui sono io a capire male!??
    Se il Giudice-Cristo- NON ci condanna, chi ci condanna?…
    Domandina da un milione di dollari cui azzarderò risposta: suppongo che ad incastrarci siano le nostre stesse azioni: noi stessi ci giudichiamo e ci condanniamo con le nostre mani. Leggendo il Vangelo di Giovanni ai cap-20,22, o in Matteo 19,28 e in altri è evidentissimo come accanto al giudizio di Dio -che c’è e ci sarà- esista anche per noi la facoltà di scegliere quale metro usare, ci da facoltà, anzi il dono di assolvere noi stessi il fratello che ci ha fatto del male. Ci da il potere di emendarlo in quanto, se non lo facciamo, sarà proprio quell’azione a ricaderci addosso come una montagna perché: “col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati “. Pensate quanta radicalità esiste tra le pieghe di queste pagine mirabili e come tutto alla fine si raccorda perché la Verità emerga dalle acque limacciose dell’errore. La preghiera del Padre Nostro, che Luigi ci ha rammentato recentemente, è un piccolo compendio di questa realtà: se non perdoniamo, Lui non ci perdonerà e saremo a nostra volta giudicati e condannati…

    15 Maggio, 2013 - 8:47
  67. Clodine

    Sara, abbiamo detto in sostanza le stesse cose solo, permettimi, l’ottica con la quale interpreti il racconto è un pochino angusta, abbi pazienza…
    Nel racconto è’ l’egoismo , il male endogeno e supremo di quella donna cattiva e dannata, e non la visione ristretta della misericordia di Dio -che, probabilmente nella vita sua non ha mai contemplato- a condannarla in eterno. L’Angelo piange non perchè la donna non riesce a salvarsi, ma la malvagità insita che è tale da ricaccia dentro gli inferi le altre anime che forse attraverso di Lei, avrebbero trovato un varco per la salvezza e sarebbe stata premiata in virtù della Sua longanimità. Si evince proprio la durezza all’ennesima potenza che è, del resto, realtà comune a miliardi di uomini di ogni tempo e latitudine sotto il cielo. E’ la mancanza di conversione la stessa che -se l’umanità non si ravvede- scatenerà la Parusia…

    15 Maggio, 2013 - 9:00
  68. Sara1

    Clodine la durezza di quella donna mi pare simile alla durezza di chi invoca sempre la giustizia il castigo e l’inferno e si indigna per i richiami alla misericordia di Dio.
    Anche quando la misericordia le si presenta davanti lei non riesce a riconoscerla e trascina in basso sé e gli altri.
    Come dice la spe salvi, la salvezza non è individuale ma comunitaria:

    “14. Rispetto a ciò, de Lubac, sulla base della teologia dei Padri in tutta la sua vastità, ha potuto mostrare che la salvezza è stata sempre considerata come una realtà comunitaria. La stessa Lettera agli Ebrei parla di una « città » (cfr 11,10.16; 12,22; 13,14) e quindi di una salvezza comunitaria. Coerentemente, il peccato viene compreso dai Padri come distruzione dell’unità del genere umano, come frazionamento e divisione. Babele, il luogo della confusione delle lingue e della separazione, si rivela come espressione di ciò che in radice è il peccato. E così la « redenzione » appare proprio come il ristabilimento dell’unità, in cui ci ritroviamo di nuovo insieme in un’unione che si delinea nella comunità mondiale dei credenti. Non è necessario che ci occupiamo qui di tutti i testi, in cui appare il carattere comunitario della speranza. Rimaniamo con la Lettera a Proba in cui Agostino tenta di illustrare un po’ questa sconosciuta conosciuta realtà di cui siamo alla ricerca. Lo spunto da cui parte è semplicemente l’espressione « vita beata [felice] ». Poi cita il Salmo 144 [143],15: « Beato il popolo il cui Dio è il Signore ». E continua: « Per poter appartenere a questo popolo e giungere […] alla vita perenne con Dio, “il fine del precetto è l’amore che viene da un cuore puro, da una coscienza buona e da una fede sincera” (1 Tim 1,5) » [11]. Questa vita vera, verso la quale sempre cerchiamo di protenderci, è legata all’essere nell’unione esistenziale con un « popolo » e può realizzarsi per ogni singolo solo all’interno di questo « noi ». Essa presuppone, appunto, l’esodo dalla prigionia del proprio « io », perché solo nell’apertura di questo soggetto universale si apre anche lo sguardo sulla fonte della gioia, sull’amore stesso – su Dio.”

    Nell’ottica di questo noi mi chiedo: che fastidio può dare il richiamo alla misericordia? non dovresti essere felice di sapere che chi ti è a fianco potrà beneficiarne anche e più di te?

    15 Maggio, 2013 - 9:11
  69. Clodine

    Non hai fatto che rielaborare le risposte che ho fin qui tentato, seppur goffamente, di darti in relazione alla salvezza e al castigo. Ma, mi sembra non essere stata compresa. Non importa, non me ne cruccio.Certamente ci sorregge la speranza, nella fede – « Est autem fides sperandarum substantia rerum, argumentum non apparentium » – perché la fede è la « sostanza » delle cose che si sperano;

    15 Maggio, 2013 - 10:07
  70. Clodine

    Anzi, per l’eattezza:
    « Est autem fides sperandarum substantia rerum, argumentum non apparentium”. Ovvero: ” La fede è sostanza delle cose sperate, e convinzione delle cose che non si vedono” [Ebrei XI,1]

    Rispondo alla tua “provocazione” su un eventuale per quanto improbabile -lasciatelo dire sara- “fastidio” al richiamo della misericordia di Dio che, veramente , non ha ragion d’esistere, con le parole di Dante:

    Allora udi’ : “Se quantunque s’acquista
    giù per dottrina, fosse così ‘nteso,
    non lì avria loco ingegno di sofista”.

    Così spirò di quello amore acceso;
    indi soggiunse: “Assai bene è trascorsa
    d’esta moneta già la lega e ‘l peso;

    ma dimmi se tu l’hai ne la tua borsa”.
    Ond’io: “Sì ho, sì lucida e sì tonda,
    che nel suo conio nulla mi s’inforsa”.

    Appresso uscì de la luce profonda
    che lì splendeva: “Questa cara gioia
    sopra la quale ogne virtù si fonda,

    onde ti venne?”. E io: “La larga ploia
    de lo Spirito Santo, ch’è diffusa
    in su le vecchie e ‘n su le nuove cuoia,

    La fede è quella moneta il cui peso e lega ne decidono il valore, ma è il conio [la Speranza] a decretarne la validità! Quale speranza può esservi per l’uomo e l’umanità se si discosta dall’insegnamento della Chiesa e dalla Rivelazione [nuove e vecchie cuoia] che è dimostrazione massima delle verità sulla fede e si allontana da Dio? Se l’umanità è sull’orlo di un vulcano la colpa non è certo di Dio né di chi [come asserisce de Lubac] cerca la «salvezza per la propria anima» intesa come fuga personale a detrimento dell ’insieme.
    Qui l’individualità c’entra perché viene prima la responsabilità personale e poi quella colletiva…mai il contrario!

    15 Maggio, 2013 - 11:21
  71. lorenzo

    Cara Clodine, sarò certamente degno di essere annoverato tra i falsi maestri che fustighi con zelo e tra le fonti del tuo personale scandalo ( fa sempre bene scandalizzarsi, ravviva la freschezza d’animo e vaccina contro l’idea di avere la verità in tasca) …ma guarda che nel lunghissimo elenco di citazioni che hai proposto, manca la parabola del figlio prodigo e del padre misericordioso.
    Chi ha detto che non esiste il giudizio di Dio?
    Chi ha detto che non puo’ essere un giudizio di condanna?
    Io di sicuro no.
    Tutto questo detto, non è per quel giudizio e per la sua concreta realtà che dura per sempre che io, personalmente, do- o non do- a Gesù Cristo la mia vita. Tutto qua.
    E, detto con franchezza e senza nessuna polemica, esiste certo il rischio di annacquare il Vangelo facendoselo a propria misura e pasticciandolo con la new age. Ma esiste, altrettanto forte, il rischio di evirarlo leggendolo con gli occhiali giustizialisti e creando un clima da ” dies irae”.
    Ma perfavore.
    Teniamoci allo spirito, chiarissimo PER TUTTI, del vangelo, e i problemi si risolvono da soli.

    15 Maggio, 2013 - 12:11
  72. Sara1

    Cara Clodine probabilmente diciamo la stessa cosa da due punti di vista diversi.
    Volevo però sottolineare che la parabola del servo cattivo mi dice che sperimentare la misericordia di Dio mi deve spinge ad applicarla anche agli altri mentre rimanere prigionieri di una visione legalistica del “peccato” mi sarà addebitato a colpa.
    Credo che il richiamo costante al perdono e alla misericordia non sia buonismo ma un costante appello alla conversione che vale più di tutte le punizioni.

    🙂

    15 Maggio, 2013 - 12:32
  73. Clodine

    In quanto alle parole di lorenzo, io, francamente non fustigo affatto con zelo, semmai è la stessa Parola di Dio a farlo, non certo io che sono l’ultima. Posso limitarmi a farmene interprete, nella misura in cui mi è concesso ; per il resto.. me ne guardo bene dall’attribuirmi il potere di redarguire-cosa che non mi interessa neppure fare- che spetta solo al Padre Eterno!
    A Sara dico è quello che dice è evidente:chi lo nega?!…Certo che crdere alla Misericordia non significa essre buonisti. Tuttavia c’è un aspetto non del tutto secondario sulla Miseridordia di Dio che è tres d’union con il Figliol prodigo citato da lorenzo
    Sulla misericordia di Dio,ebbene, quella è una realtà ontologica relativa ad un legame che unisce il Creatore alla Creatura ed è un mistero inaccessibile all’uomo, perché trascende il suo pensiero …Perciò noi, tutti noi, proprio come il figliol prodigo,pur mettendocela tutta non possiamo, da soli,essere redenti, non ne abbiamo le energie , sono insufficienti a colmare proprio quella differenza ontologica e di valore che ci separa dal padre , se non è Lui stesso a farlo. Anche perchè, solo la Sua Misericordia è veramente perfetta poichè è in stretta relazione con la giustizia: binomio imprescindibile.
    Circa la responsabilità personale in vista della Salvezza per dirla con Gregorio Magno : “togli la volontà propria e hai chiuso l’Inferno”; infatti non è quello che noi vogliamo a fare la differenza, ma quello che Dio vuole: cosuccia non di poco conto quando “quella” volontà non corrisponde proprio al “nostro” progetto o all’idea che abbiamo di noi…

    15 Maggio, 2013 - 13:41
  74. Sara1

    “togli la volontà propria e hai chiuso l’Inferno”; Clodine se cerco con google questa frase mi vien fuori solo Agere contra e don CurZio Nitoglia, siam certi che sia di Gregorio Magno?

    15 Maggio, 2013 - 14:12
  75. 🙂 🙂

    15 Maggio, 2013 - 14:16
  76. Marilisa

    Parole di Gianfranco Ravasi:
    ” È indubbio che il giudizio supremo è quello di Dio ed è mirabilmente raffigurato da una pagina di Matteo (25, 21-46). Essa delinea il momento in cui “il Figlio dell’uomo verrà nella gloria con tutti i suoi angeli e siederà sul trono della sua gloria”.
    È questo che noi siamo soliti chiamare “il giudizio finale”, nel quale non mancheranno le sorprese perché Dio – come ripete la Bibbia – “scruta cuori e reni”, cioè anche i segreti delle coscienze.
    Così, coloro che hanno donato con amore sé stessi a uno dei “fratelli più piccoli”, ammalati, affamati, carcerati, stranieri, saranno accolti nel Regno, pur non avendo avuto un riferimento esplicito a Cristo (“Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare?”).”

    15 Maggio, 2013 - 14:40
  77. Clodine

    E tu sara non cercare con google ma leggi le “Omelie sui Vangeli” ..e vedrai che questa frase verrà fuori.

    15 Maggio, 2013 - 16:07

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