“Un bambino amato non sarà mai abusato”: scelgo questa frase di don Fortunato di Noto per segnalare il libro che ha scritto in collaborazione con Antonino D’Anna, giornalista del quotidiano online Affaritaliani.it e visitatore – con il nome Tonizzo – di questo blog: Corpi… da gioco – Il prete delle calzette sui marciapiedi dei bimbi dimenticati – La lotta contro pedofilia e pedopornografia. Rispondendo alle domande del giornalista, il sacerdote siciliano racconta la sua battaglia, ricorda la sua adolescenza da promessa del basket, il seminario, l’esperienza di parroco e il salvataggio di una bambina, la scelta di occuparsi dei più piccoli schiavizzati dai pedofili e la lotta per loro. Don Fortunato interpreta l’oscuro mondo degli orchi e chiarisce come la loro attività non sia solo immorale ma anche criminale e “culturale”, volta cioè ad affermare l’idea che esista una pedofilia “buona” da riconoscere nelle sue ragioni. Oltre a gettare luce sul business miliardario della pedopornografia, rievoca il piano di un gruppo pedofilo che voleva colpirlo e il processo vinto contro due appartenenti a quel gruppo da cui ricevette anche minacce di morte. Il libro è pubblicato dalla EdiArgo (www.ediargo.it ) di Ragusa. Sul sito dell’editrice è possibile ordinare il libro online.
Di Noto: “Un bimbo amato non sarà mai abusato”
6 Comments
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Caro Luigi, ti ringrazio molto. Ho lavorato a questo testo cercando di fare del mio meglio, insieme a don Fortunato abbiamo deciso di rinunciare ai diritti del testo per devolverli in beneficenza. Spero che questo piccolo libro possa fare tanta strada. Non per me, ma per quello che c’è dentro: il coraggio della speranza lanciato contro gli orchi. Un abbraccio, Luigi, a te e tutti i visitatori del blog.
In bocca al lupo – è il caso di dirlo – in nome dell’umanità redenta da Cristo.
Grazie e crepi il lupo, Luca.
Sento oggi la notizia che forse anche dietro l’omicidio di Garlasco c’è un movente che ha a che fare con la pedofilia (e mi viene in mente il particolare, mai chiarito, del padre di Tommaso Onofri che aveva materiale pornografico nel suo computer). Mi attraversa la mente il sospetto che quello della pedofilia sia un fenomeno molto più diffuso di quel che l’esecrazione pubblica da cui è (ancora, ma per quanto?) circondato può far pensare. Un bravo studente con la fidanzata, un normale padre di famiglia, con questo tarlo segreto, questa oscura attrazione per quanto di più brutto può esservi … forse la denominazione di orchi rischia di essere fuorviante: il mondo delle favole è ancora un mondo sano in cui il male c’è, non viene affatto celato o edulcorato, ma è anche tenuto separato dal bene e dalla sua norma. Noi invece siamo in un mondo in cui l’interdetto gettato contro il concetto stesso di norma ha reso ubiqua e inafferrabile questo tipo di ‘normalità’
Temo che Leonardo colga nel segno. Come se non ci si sapesse fermare in una corsa verso il peggio, mantenendo l’illusione televisiva di rimanere al di qua dello schermo, estranei a uno spettacolo di cui non si è responsabili. Non poter fare a meno di vedere. Emerge qualcosa di diabolico che gli strumenti della nostra civiltà non creano ma catalizzano in forme diverse dal passato e diversamente preoccupanti.
Ma vedi Leonardo, il punto è che la pedofilia c’è ma non si vede. Certe immagini non si possono mostrare e la gente pensa che in fondo si tratti di una cosa per sporcaccioni. Orchi è un eufemismo, ovvio. In realtà, come potrai leggere nel libro, si tratta di veri e propri criminali, che alimentano un traffico purtroppo fiorente in cui i bambini costano poco. Per finire in filmetti e video la cui unica trama è solo la violenza.